Mazzetta sulla cava: cinque indagati
ALPAGO. Una mazzetta da 10 mila euro. Secondo la procura della Repubblica è servita a convincere la commissione tecnica, che aveva il compito di fissare i prezzi all’ingrosso, ad abbassare quelli di alcuni prodotti dell’industria estrattiva: calcare, pietrisco per sottofondi e materiali di cava e fiumi. È successo che un imprenditore coinvolto ha incastrato tre colleghi, oltre a due dipendenti di Confindustria.
Chiuse le indagini sulla tangente per la cava Col delle Vi di Farra d’Alpago, con le richieste di rinvio a giudizio da parte del procuratore Francesco Saverio Pavone per Ezio De Pra, presidente del Consorzio Farra Sviluppo e socio della Fratelli De Pra di Ponte nelle Alpi; per i trevigiani Fabrizio e Paolo Fassa, rispettivamente dirigente e legale rappresentante della Fassa di Spresiano; per Alberto Nadalet e Antonella Losso, dipendenti confindustriali e componenti del Tavolo tecnico della Camera di Commercio relativo alle tabelle sulle “Tendenze di mercato dei prezzi all’ingrosso in provincia di Belluno”.
A tutti e cinque la procura contesta la corruzione in concorso e il falso. I tre imprenditori devono anche rispondere di truffa aggravata all’allora Comune di Farra, proprietario della cava. I due corrotti sarebbero Nadalet e Losso e i fatti contestati vanno dall’ottobre 2014 al giugno dell’anno dopo.
Il meccanismo permetteva di risparmiare una somma consistente sul canone da riconoscere al Comune, con un danno patrimoniale altrettanto rivelante. Le indagini sono state condotte sul campo dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Belluno, che in prima battuta avevano fatto una quindicina di perquisizioni, con il sequestro di documentazione, supporti informatici e telefoni cellulari.
Tutto era partito da una soffiata alla Finanza, in seguito un ruolo fondamentale è stato svolto da Maurizio Grigolin, della Fornaci Calce Grigolin di Susegana, che è uscito dall’inchiesta, facendosi interrogare da Pavone e collaborando attivamente: è suo il filmato che documenta il passaggio di una busta con dei soldi. Il resto l’hanno fatto le intercettazioni.
Secondo la ricostruzione dela procura, i dipendenti di Confindustria Nadalet e Losso avevano data per avvenuta un’indagine sulle tendenze di mercato per i prezzi all’ingrosso dei “calcari per industria” (in due parole, calce e intonaci), che in realtà non era mai stata svolta, ricevendo in cambio i 10 mila euro da parte di Ezio De Pra , in concorso con Paolo e Fabrizio Fassa. Questi dati del Tavolo tecnico, adeguatamente falsati, avrebbero fatto sbagliare la valutazione da parte della Commissione di arbitraggio, che aveva il compito di fissare i prezzi dei materiali inerti. Questo avrebbe provocato un vantaggio indebito al Consorzio Farra Sviluppo concessionario dell’escavazione, cioè agli imprenditori, anche in termini di concorrenza sleale.
Lo stesso ribasso avrebbe provocato un notevole danno patrimoniale per il Comune (circa 130 mila euro in cinque anni), ma la Finanza è intervenuta con le sue indagini.
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