Meccanostampi a corto di tecnici

Trevisson racconta la sua creatura, fondata 50 anni fa. Importanti investimenti in innovazione 4.0

Stefano vietina

A 19 anni Ludovico Trevisson si è trovato dinanzi ad un bivio: andare a lavorare in un’azienda di Milano nel settore dello stampaggio delle materie plastiche, oppure entrare nella produzione in una fabbrica in Germania o in Svizzera.

«Scelsi la prima opportunità, guadagnavo meno, ma mi offrivano la possibilità di imparare un mestiere». E di diventare poi imprenditore con la sua Meccanostampi, che ha sede a Limana ed ha festeggiato i 50 anni nel dicembre scorso. L’azienda nasce nel 1965: il core business aziendale si fondava allora sulla progettazione e costruzione di stampi di precisione, poi negli anni 80 si allarga allo stampaggio. Nel 1990 Meccanostampi ha 80 dipendenti, 170 nel 2002 con l’ampliamento della struttura a 4 stabilimenti. Oggi si sviluppa su 20.000 mq coperti, dispone di oltre 140 presse ad iniezione da 40 a 500 tonnellate e conta oltre 250 collaboratori. Il fatturato era pari a 33 milioni di euro nel 2016 ed è salito a 35 milioni nel 2017.

«Nel 2018 siamo restati in linea con il precedente – spiega Trevisson, classe 1942 e aria da gigante buono – perché la crisi, per noi che lavoriamo per il settore automotive, si sente. La gente non capisce dove stiamo andando con queste nuove normative, diesel o non diesel, e le vendite delle auto sono calate del 20% un po’ dappertutto. Da gennaio abbiamo le macchine ferme, comunque, non per mancanza di commesse, ma piuttosto di addetti».

È uno dei temi forti dell’economia bellunese quello del personale qualificato. «Le racconto un caso esemplificativo. Nel corso di un incontro all’Istituto Segato, avevo notato un ragazzo che si distingueva per la sua brillantezza e il suo interesse. Lo abbiamo preso e pensavo di poterlo inserire nella nostra squadra. Ma un giorno è venuto e si è licenziato: mi ringraziava della bella esperienza e di come era stato accolto, anche il lavoro gli piaceva, ma preferiva andare in Germania perché in quel Paese sentiva di avere maggiori possibilità».

Ma Ludovico Trevisson guarda al futuro con lo stesso ottimismo con cui 50 anni fa fondò la sua azienda con 200.000 lire di allora, «ma soprattutto con quel grande capitale immateriale che è la voglia di lavorare, e che conta più dei soldi. Con questo spirito ho condotto la Meccanostampi fino ad oggi, sto inserendo i miei due figli Andrea (1980) e Laura (1983) e soprattutto ho creato una squadra di manager di cui mi fido ciecamente. Sì, la Meccanostampi è come una mia creatura e voglio vederla prosperare. L’incertezza di oggi è dovuta ad una evoluzione, la gente non sa cosa succederà ed aspetta, ma nuove opportunità sono dietro l’angolo».

Trevisson investe sia in formazione, sia in macchinari ed attrezzature: 18 milioni di euro dal 2014 al 2018: ha colto le sfide dell’innovazione, rivoluzionato la struttura in ottica “Industria 4. 0” ed applicato automatizzazione e digitalizzazione diffusa. Impegno valso a Meccanostampi il primo premio “Assiteca 2016”. L’azienda è presente in 12 Paesi ed opera in diversi settori. «La mia ricchezza – chiude Trevisson – non sta nei soldi, ma nelle esperienze che sono riuscito ad accumulare ed a valorizzare e che mi hanno portato fino a qui». —



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