Meccanostampi, un’academy nel futuro

Obiettivo formare ragazzi capaci e competenti. La fabbrica da 20 anni gestisce con entusiamo l’alternanza scuola-lavoro

BELLUNO. Da vent’anni ospita studenti degli istituti tecnici in stage, il 10% di quelli che sono passati per fare questa esperienza di alternanza scuola-lavoro è stato assunto: ora l’obiettivo è realizzare una scuola di formazione, una sorta di academy, alla stregua di quelle messe in piedi da Ferrari o Lamborghini per formare giovani intraprendenti, capaci, competenti ed entusiasti.

Questo esempio di collaborazione tra istituti scolastici e aziende viene dalla Meccanostampi di Limana, che da anni ha dato vita a diversi percorsi di alternanza scuola-lavoro ottenendo anche un risultato importante, come dimostra la percentuale di ragazzi che sono stati poi assunti. Nonostante questo, l’azienda, che conta 266 dipendenti, 52 anni di esperienza e progetta, costruisce e assemblea stampi, fatica a reperire sul mercato dei tecnici. «Su 20 ragazzi che vengono da noi per l’alternanza scuola-lavoro, 15 proseguono gli studi all’università, quindi sul mercato restano poche figure interessanti», precisa Nicola Ceccato, che si occupa di formazione all’interno dell’azienda, all’incontro organizzato dalla Camera di commercio di Treviso-Belluno proprio sul tema delle esperienze lavorative obbligatorie per gli studenti superiori.

«Meccanostampi da anni collabora con l’Iti Segato e l’istituto professionale Brustolon», ha sottolineato Ceccato, «quest’anno sono stati messi in piedi quattro percorsi di formazione: uno col Brustolon e gli altri tre con il Segato, coinvolgendo 22 studenti».

Un’esperienza importante e significativa come hanno testimoniato alcuni dei ragazzi protagonisti dei percorsi. Tutti hanno rilevato la bontà del progetto, anche se «è chiaro il gap tra la teoria e i mezzi forniti dalla scuola e quelli delle imprese. Comunque sia, è stato entusiasmante potersi mettere in gioco, e vedere poi i risultati concreti», hanno detto gli studenti, tra loro anche alcune ragazze.

Esperienza positiva anche per chi l’alternanza scuola-lavoro l’ha fatta nel Vivaio Canal, con la Sportivamente Belluno srl, con la Cartiera di Santa Giustina o con un progetto che coinvolgeva vari soggetti, come è stato quello relativo alla riproduzione della Cappella degli Scrovegni di Giotto.

Davanti a un’ampia platea di uditori (su 17 scuole superiori in provincia, 14 erano quelle presenti con i loro rappresentanti), forze politiche, sindacali e sociali, ma anche genitori, si sono susseguiti i racconti delle esperienze dei ragazzi degli istituti Agrario di Feltre, Calvi, Catullo, Galilei, Lollino, Renier, Segato, Brustolon, Da Vinci di Belluno, del Follador di Agordo, delle Canossiane, del Dal Piaz e del Colotti di Feltre. Il giudizio unanime è stato positivo, malgrado la divergenza tra quanto si conosce e quello che si è chiamati a fare. Per questo la coordinatrice regionale della Rete degli Studenti Rachele Scarpa e il presidente della Consulta degli studenti di Belluno, Lorenzo Chiesura, hanno chiesto che si distinguano le esperienze anche in base al ciclo di studi, per rendere l’alternanza scuola-lavoro più significativa e determinante per tutti. Scarpa ha anche sottolineato il problema delle competenze dei tutor che seguono i ragazzi, ma anche quello dei costi in capo agli studenti in stage, mentre Chiesura ha ribadito il problema, per chi abita in una realtà turistica, di fare queste ore in azienda durante l’estate, «togliendo di fatto questi ragazzi dal lavoro stagionale».

Ha parlato di come l’alternanza debba diventare un momento di confronto, il presidente del tavolo provinciale dell’alternanza scuola-lavoro, Michele Sardo, preside del Catullo, mentre i genitori hanno sottolineato la necessità di far sì che l’esperienza serva per acquisire competenze.

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