Medici a Cavarzano, c’è il ricorso

L’Ordine dei farmacisti di Belluno ha coinvolto anche la Corte dei Conti

BELLUNO. Un ricorso alla Corte dei Conti per vederci chiaro nella nuova aggregazione di medici di base a Cavarzano, a pochi passi dalla farmacia Chimenti.

Lo ha presentato nei mesi scorsi l’Ordine provinciale dei farmacisti presieduta da Manlio Schiavinotto. «Abbiamo avuto diverse segnalazioni da una Onlus e anche da privati, relativamente all’operazione fatta dall’Ater per realizzare degli studi medici, dove potranno riunirsi medici di base e pediatri di libera scelta. L’aver ricevuto queste documentazioni da parte delle associazioni ci ha costretto a passare alle vie legali, in quanto venuti a conoscenza di determinate situazioni, non potevamo rimanere inermi. Pena una denuncia anche nei confronti dell’Ordine stesso. Per cui abbiamo deciso, in poco tempo, di raccogliere tutto il materiale, anche su indicazione dei nostri uffici legali di Roma, di farci avanti e denunciare alcuni fatti».

Ora si attende l’esito del ricorso: o la Corte dei Conti accoglie il documento e quindi tutto sarà trasmesso alla Procura di Belluno, oppure deciderà che quanto segnalato da enti ed associazioni non è rilevante, e quindi non darà seguito al ricorso.

«L’Usl 1 e il Comune», spiega Schiavinotto, «hanno dato il loro placet senza tenere conto dei risvolti che questa concentrazione di utenti, quasi la metà della popolazione del capoluogo, avrebbe potuto avere sulle altre attività del centro, comprese le farmacie», precisa Schiavinotto.

L’accordo tra l’Ater e la società costituita dai due fratelli Chimenti prevedeva inizialmente la realizzazione di ambulatori per medici di base e servizi sanitario-estetici alla persona.

Dopo il parere negativo dell’Usl 1 allo spazio per gli estetisti, si è optato per destinare la cubatura rimanente a tre pediatri. Alla base della querelle che si trascina ormai da mesi, c’è un probabile conflitto di interessi.

«Secondo il nostro Codice deontologico non può esserci un rapporto economico diretto tra farmacisti e medici», spiega Schiavinotto.

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