Medici Anaao contro Zaia: «I 53 posti letti tolti ai nostri ospedali passano al Codivilla»

L’esponente sindacale Luca Barutta perplesso: «Evidente la preferenza della Regione per le strutture private»
Una veduta interna del pronto soccorso pediatrico dell'ospedale civile di Brescia, in una immagine del 06 aprile 2018. .ANSA/FILIPPO VENEZIA
Una veduta interna del pronto soccorso pediatrico dell'ospedale civile di Brescia, in una immagine del 06 aprile 2018. .ANSA/FILIPPO VENEZIA



«La Regione ha tolto posti letto agli ospedali pubblici per supportare le strutture private». L’esponente dell’Anaao bellunese, il chirurgo Luca Barutta si è studiato attentamente le nuove schede ospedaliere e quello che emerge «è che l’Usl 1 Dolomiti, rispetto al 2012, anno in cui erano uscite le precedenti schede, oggi perde 53 posti letto. Infatti passa da 831 posti con 57 primariati a 778 letti e 56 primari. Di questi 53», spiega ancora Barutta, «50 vengono dati alla struttura del Codivilla che dai vecchi 70 posti della sperimentazione pubblico-privato passa ora a 120 di cui 86 di ambito regionale e 34 posti extraregionali. Questo evidenzia chiaramente che c’è una preferenza da parte della Regione verso le strutture private. E d’altra parte», commenta ancora l’esponente del sindacato dei medici dirigenti, «quando il governatore Zaia è venuto ad inaugurare la Farmacia per la preparazione dei medicinali antiblastici ha detto che il suo sogno è quello di avere ospedali senza letti. Un’affermazione che io leggo nel senso che cercherà di abbattere i letti nel pubblico per darli al privato accreditato. E così le strutture sanitarie nazionali rimarranno ancora nell’emergenza e sempre più in difficoltà a reperire personale medico ma anche posti letto, a vantaggio invece del privato».

Se vogliamo andare nel dettaglio ecco alcuni dei reparti che perdono dei posti.

«La Chirurgia a Belluno perde due posti letto, sette li perde l’urologia, quattro l’Otorinolaringoiatria, due letti in meno anche all’Oculistica, quattro posti in meno alla Neurochirurgia che, gestita ancora da personale dell’Usl 2 di Treviso, passa da sette a tre letti. Alcuni di questi posti vengono recuperati dal nuovo reparto di Chirurgia vascolare che avrà sei letti, se mai partirà. Dieci letti vengono dati alla nuova week surgery multidisciplinare, un’attività che prima era ubicata all’ospedale di Pieve di Cadore. Infine l’Ortopedia passa da 32 a 24 posti», dice Barutta che poi passa in rassegna anche il Santa Maria del Prato. «Confrontando le schede del 2012 e quelle attuali, all’ospedale di Feltre la Chirurgia passa da 40 posti a 20, la week surgery multidisciplinare passa da 16 a 8 posti. Per contro l’Ortopedia passa da 18 a 20 posti letto e l’Urologia da 10 a 12. Cosa diversa capita negli ospedali periferici: a Pieve si acquistano due posti di week surgery chirurgico che passano a 10, mentre perde i 10 letti del week surgery mutidiscplinare. Ad Agordo vengono dati due posti in più di Chirurgia (da 10 a 12), e altri quattro per l’Ortopedia (da 16 a 20 posti). Però se guardiamo all’area chirurgica Feltre passa da 98 a 68 posti, mentre Belluno da 91 a 81. Cresce la Riabilitazione che passa da 115 posti a 165 in tutta l’Usl e Lamon passa da 62 a 70».

Barutta poi registra che «le Lungodegenze sono state eliminate. Chi perde maggiormente soprattutto in autonomia sono gli ospedali periferici. Le Chirurgie di Pieve e Agordo agiscono solo in modalità week surgery al massimo, a Pieve si perde il primario di Anestesia e il reparto diventa unità semplice dipartimentale a cui saranno tolti anche i due posti di Rianimazione».

Ma l’amarezza maggiore per l’esponente dell’Anaao, è per il destino della breast unit cioè l’unità senologica. «Molti dei medici a Belluno hanno lavorato sodo per ottenere dei risultati importanti e far rientrare l’attività in un’unità semplice dipartimentale della Chirurgia, visto che si tratta di operare le donne affette da tumore. Invece è la breast unit è diventata un’unità semplice che fa capo alla Diagnostica. Così si boicotta chi ha lavorato tanto». —


 

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