Medici bellunesi in Nepal: siamo a Gorkha, tutto ok

BELLUNO. «Stiamo bene, la scossa più forte non l’abbiamo nemmeno sentita, eravamo in macchina in quel momento. Quelle successive sono state meno forti, qui non hanno causato particolari danni. Domani...

BELLUNO. «Stiamo bene, la scossa più forte non l’abbiamo nemmeno sentita, eravamo in macchina in quel momento. Quelle successive sono state meno forti, qui non hanno causato particolari danni. Domani (oggi, ndr) proviamo a tornare a Kathmandu, sperando che il tempo regga: in caso di pioggia le strade diventano impercorribili, meglio evitare».

Poco più di un minuto di telefonata, giusto per tranquillizzare la moglie e gli amici. Le rassicurazioni sulle condizioni di salute dei due medici bellunesi impegnati in missione umanitaria in Nepal, per conto dell’associazione Ambulatorio De Marchi, le ha fornite direttamente uno di loro, Paolo Grosso, alla moglie Cristina. «Avevano provato a contattarci subito dopo il sisma, ma le comunicazioni sono davvero difficili. Poi ho riprovato io, verso mezzogiorno: mio marito mi ha risposto, solo poche parole. Un sospiro di sollievo, poi mi ha richiamato verso le 14», spiega la moglie del medico in pensione, di origini veneziane ma a lungo pediatra al San Martino di Belluno, dove oggi vive. «Sono a Gorkha, oltre un centinaio di chilometri (142, ndr) a nord-ovest di Kathmandu. Erano partiti lunedì pomeriggio da Kirtipur, dove c’è l’ambulatorio De Marchi, hanno portato cibo e tendoni per la popolazione, è una delle zone più martoriate dal sisma dello scorso 25 aprile. Il rientro a Kathmandu è previsto per domani (oggi, ndr), giovedì se le condizioni meteo saranno proibitive. Dormiranno in un albergo nella capitale e venerdì, se tutto va bene, hanno il volo di rientro. Ho sentito mio marito tranquillo».

Con Paolo Grosso, 65 anni, ci sono anche il 50enne bresciano Giuseppe Bagni, operatore di pronto soccorso, e Mauro Ciotti, di Tai di Cadore, ortopedico all’ospedale Codivilla-Putti di Cortina. «Erano partiti lo scorso primo maggio per portare soccorsi, visitare le zone più colpite dal sisma del 25 aprile, come appunto Gorkha e meglio comprendere quali siano le reali priorità di intervento per un’associazione come la nostra», ha spiegato Simonetta Civran, moglie e compagna di vita del compianto Giuliano De Marchi. «Ho visto una loro telefonata poco dopo le 9, non ero riuscita a rispondere, poi ho saputo del nuovo terremoto in Nepal. La chiamata era successiva all’ora del terremoto, questo mi ha tranquillizzato, poi hanno contattato Cristina, rassicurandoci. Sono aver soggiornato all’ambulatorio sono partiti per Gorkha, per fortuna stanno bene. Sono riusciti a comprare, per conto dell’associazione, tendoni per la popolazione e una buona scorta di cibo: circa 10 mila euro di alimenti, una parte per il consumo immediato, il resto verrà invece stoccata».

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