Medici, chiudono gli ambulatori
Continua la protesta dei camici bianchi: mercoledì e giovedì stop all’attività
BELLUNO. Mercoledì e giovedì ambulatori dei medici chiusi. Continua il braccio di ferro tra medici di medicina generale e Regione sul futuro della sanità territoriale.
Dopo lo sciopero bianco durato sette giorni tra settembre e ottobre (le prescrizioni sono state fatte sulle vecchie ricette rosse e non su quelle dematerializzate bianche che si è soliti vedere da qualche anno), i medici di assistenza primaria aderenti alle sigle sindacali Fimmg, Smi, Snami e Intesa sindacale passano alle maniere forti, con la chiusura degli ambulatori.
Nel calendario di protesta dei camici bianchi questi stop di attività dovrebbero essere 22 (8 e 9 novembre, 13 e 14 dicembre, 16, 17 e 18 gennaio, 13, 14 e 15 febbraio, 13, 14, 15 e 16 marzo, 10, 11, 12 e 13 aprile e 15, 16, 17 e 18 maggio), ma tutto dipenderà da come andranno le trattative con Venezia. Nelle stesse giornate anche i medici della continuità assistenziale, cioè le guardie mediche territoriali, si asterranno dal servizio nei turni notturni, dalle 20 alle 8. Secondo la norma, saranno comunque garantite le visite domiciliari urgenti, l’assistenza domiciliare integrata e quella programmata ai malati terminali.
Oggi, intanto, a Padova ci sarà una riunione organizzativa regionale, durante la quale saranno precisate le intenzioni dei medici, mentre lunedì è prevista un’assemblea dei camici bianchi a livello provinciale «per informare i colleghi di come procedono le cose», anticipa Umberto Rossa, presidente dell’Ordine dei medici, nonché rappresentante della Fimmg.
«L’incontro tra i sindacati, l’assessore Luca Coletto e il direttore dei servizi socio sanitari Domenico Mantoan, pur svolgendosi in un clima di collaborazione e di confronto, non ha portato a un accordo che renda possibile la sospensione dello sciopero. Rimangono ancora molti punti da chiarire sul ruolo dei medici di famiglia, sullo sviluppo delle cure primarie e dell’integrazione ospedale territorio», dice Rossa. «Noi siamo disponibili al dialogo e alla risoluzione dei nodi sul tavolo, vedremo la Regione».
(p.d.a.)
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