Medici di base sotto stress: «Burocrazia, mail, telefonate: stravolto il nostro lavoro»

Una professionista bellunese riprende l’allarme lanciato dal collega Rossi: «Chiamate a ogni ora del giorno, il Covid ha cambiato il nostro modo di confrontarci con il paziente». E poi un messaggio agli utenti: «Dateci una mano, altrimenti in molti lasceranno il posto»
Francesco Dal Mas

BELLUNO. Medici sotto stress. E non solo negli ospedali, soprattutto sul territorio. Ben 22 professionisti di medicina generale hanno lasciato, solo quest’anno. I motivi? La pensione, ma anche il disagio per una professione che il Covid ha cambiato: «Il tempo di presenza in studio di tutti noi è dilatato, la modalità on line ha stravolto il nostro modo di lavorare, (riceviamo mail e messaggi h24, ogni giorno, sabato e domenica compresi), ma anche i nostri tempi interiori, gli spazi da dedicare alla famiglia, ai nostri affetti. In molti rischiamo il burn out, alcuni hanno lasciato, altri lasceranno».

Questo grido d’allarme è di Maria Luciana Zollino, medico di medicina generale a Belluno, che ha scritto una lettera prendendo spunto dall’allarme lanciato dal collega Gianluca Rossi sulle pagine del Corriere delle Alpi a proposito della situazione di grave carenza dei medici di base dell’Uls 1 Dolomiti («ma direi dappertutto», sottolinea). La sua situazione è emblematica del grave stato di disagio in atto. «Sono medico di base da circa 40 anni a Belluno, da 15 anni in Medicina di Gruppo con personale di segreteria e infermieristico», racconta. «Sono aumentati il numero dei pazienti per molti di noi, il carico burocratico di prestazioni non necessariamente mediche, la richiesta di sempre nuove competenze, il ricorso sempre maggiore alla modalità di contatto da remoto».

Il lavoro è completamente cambiato negli ultimi anni, anche perché sono cambiate le aspettative e le richieste dei pazienti: «Oserei dire sempre meno “pazienti”, esasperati da questi lunghi anni in cui la pandemia Covid ha reso necessario trovare altre modalità di rapporto medico-paziente».

Accade così che l’invio di referti via mail o whatsapp, le richieste on line o telefoniche di terapie continuative o di accertamenti di controllo o di semplici informazioni abbiano stravolto il tradizionale rapporto tra medico e paziente. «Il contatto telefonico è diventato un mezzo necessario ma direi anche abusato: riceviamo spesso osservazioni e proteste di mancata risposta, anche con toni non sempre di comprensione».

Basta, è sufficiente, verrebbe da dire. E invece no. «Il nostro PC personale e dello studio è preso d’assalto da una infinità di mail, di richieste, di referti di cui ci si chiedono pareri, valutazioni e soluzioni che non è facile dare in modalità on line, perché il nostro rapporto, basato sulla fiducia, sulla conoscenza della storia personale e familiare di ogni persona, richiede altre modalità di ascolto, di condivisione, di confronto», sbotta la dottoressa Zollino.

A questo punto lancia un appello: «Sono convinta che la figura del medico di medicina generale sia un punto di riferimento fondamentale e un baluardo della medicina del territorio, un servizio che va tutelato e garantito: non possiamo rischiare di farlo cadere. La collaborazione dei cittadini sarà fondamentale»

FDM

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