Medico a domicilio aggredito da un maremmano
Tre morsi contro la visita fiscale, denunciata la proprietaria del cane

Un esemplare di pastore maremmano. Un cane della stessa razza ha aggredito un medico
FELTRE.
Con il primo morso gli ha lacerato i pantaloni all'altezza della coscia, con il secondo e il terzo ha conficcato i denti nel polpaccio. I protagonisti sono un medico cinquantenne di Trento (ed è la vittima) e un giovane ma imponente pastore maremmano (l'«aggressore») che era a guardia della casa dove il primo doveva fare una visita fiscale. Ora questa storia particolare quanto dolorosa (per il dottore) è destinata a finire davanti al giudice di pace. Le accuse che vengono mosse nei confronti non del cane, ma della sua padrona sono quelle di lesioni colpose e comportamento omissivo.
È il 17 agosto quando il medico si presenta in un'abitazione di Feltre per una visita fiscale a un ragazzo di 36 anni che è in malattia. Quando entra nel cortile della casa vede due cani che abbaiano: sono cani da difesa ed è normale che si comportino così. Il medico abbassa il finestrino e chiede alla padrona di casa (madre del ragazzo che deve «controllare») se può uscire. La donna lo rassicurano con la classica frase «abbaiano ma non mordono» e così il dottore lascia il «guscio» protettivo della sua macchina. Non lo avesse mai fatto.
Uno dei cani, un pastore maremmano, parte alla carica. Il primo morso è all'altezza della coscia destra ma i denti dell'animale forano solo il tessuto del pantalone. L'attacco non è però finito. Il secondo e il terzo morso del cane prendono in pieno il polpaccio dell'uomo lasciando sulla carne i segni dei denti. La ferita sanguina, ma il medico porta a termine in suo lavoro e fa la visita fiscale. Nel frattempo, però, la ferita, continua a sanguinare e quindi l'uomo va al pronto soccorso di Feltre. Qui i medici lo medicano e lo dimettono dopo tutti i controlli del caso (comprese le vaccinazioni necessarie in caso di morsi da animale) e lo dimettono con una prognosi di dieci giorni. Naturalmente salvo complicazioni. Tornato a casa il dottore contatta Nicola Benvenuto, il suo avvocato di fiducia, e gli dà l'incarico di intraprendere una causa contro la padrona del cane. La via scelta è quella del ricorso di giudizio immediato presso il giudice di pace che presuppone la costituzione di parte civile. Le accuse mosse sono quelle di lesioni colpose e comportamento omissivo.
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