Mega rissa dopo la festa a Conegliano
CONEGLIANO. «A Conegliano ho assistito a scene che in quindici anni di servizio non avrei mai pensato di vedere». Fabio Stulf, 51 anni di Belluno, autista della ditta “Autoservizi Monego” di Santa Giustina, è ancora sotto choc. Sabato sera aveva trasportato una comitiva di una cinquantina di giovani del Feltrino a Conegliano per la festa studentesca di Halloween al Pala Fallai, nella zona delle piscine del Colnù. Una festa terminata con una maxi-rissa tra una quindicina di maghrebini da una parte ed un altro gruppo di bellunesi dall’altra, innescata, pare, dalle molestie subite da una ragazza feltrina. Sono volati sputi, insulti e pugni. Un ragazzo è stato rincorso da un gruppo di nordafricani armati di coltello, per aver difeso la ragazza molestata.
All’autista della corriera, un maghrebino ha rubato il borsello con portafogli ed effetti personali e le chiavi della corriera. Una vicenda ora al vaglio dei carabinieri. Quattro i maghrebini fermati e identificati dai militari dell’Arma. Nascosto nei boxer di uno di loro sono stati trovati soldi e telefonino sottratti nel parapiglia ad uno dei giovani feltrini, organizzatore della serata.
Tutto ha inizio intorno alle 2 di ieri notte. È infatti a quell’ora che l’autista della “Autoservizi Monego” arriva al parcheggio del Pala Fallai per riprendere a bordo la comitiva di una cinquantina di giovani del Feltrino tra i 18 e i 22 anni che hanno partecipato alla festa studentesca di Halloween di Conegliano. Tra loro c’è anche il deejay Tiziano Fabris, uno dei cinque disc jockey che si è esibito nel corso della serata. A un certo punto, quando nell’autobus sono saliti una ventina di giovani feltrini, all’esterno del piazzale, vicino alla corriere, scoppia la rissa. Volano sputi, pugni e calci. Gli insulti si sprecano. Tutto, secondo la versione della comitiva feltrina, parte da apprezzamenti pesanti fatti, dentro e fuori dal Pala Fallai, da un nordafricano ad una delle ragazze della loro compagnia. Nel parapiglia una ragazza, Alessia Fregona, viene colpita all’addome da un tombino che i maghrebini scagliano contro la corriera della “Monego”. Un altro giovane feltrino, Milan Ilin, invece, viene rincorso per un chilometro da un gruppo di maghrebini, uno dei quali armato di un coltello. La sua colpa: aver difeso la ragazza. Fortunatamente non c’è nessun contatto.
Nel frattempo, Fabio Stulf, l’autista della corriera, abbandona il posto guida nell’inutile tentativo di placare gli animi perché anche alcuni passeggeri già seduti stanno subendo i soprusi dei ragazzi stranieri. In quel momento un marocchino, che s’era introdotto nell’autobus, chiude le porte del mezzo, ruba il borsello e le chiavi della corriera, e fugge dalla porta dell’autista.
A quel punto qualcuno chiama i carabinieri. Pochi minuti dopo, sul piazzale del Pala Fallai intervengono due pattuglie dei carabinieri. Scatta il fuggi-fuggi generale. Nella confusione, i militari dell’Arma riescono a bloccare quattro maghrebini che vengono identificati e fermati. Nei boxer di uno dei quattro vengono trovati un cellulare ed i soldi rubati dal borsello di uno degli organizzatori della comitiva feltrina. Ad un altro, invece, un navigatore satellitare, trafugato, nel corso del parapiglia, da una Nissan Quashqai.
Anche la comitiva feltrina viene portata in caserma per essere sentita. Soltanto alle 5.30 del mattino la corriera della “Autoservizi Monego” lascia Conegliano per rientrare nel Bellunese. «Purtroppo», spiega l’autista bellunese, Fabio Stulf, «non sono più state trovate le chiavi ed il borsello che conteneva soldi ed i miei documenti. Siamo potuti ripartire grazie ad una copia della chiave della corriera. Devo dire che una cosa del genere non l’avevo mai vista in 15 anni di servizio. Ho visto sputi, calci e pugni. E soprattutto mancanza di rispetto da entrambe le parti. Ho detto tutto quello che ho visto ai carabinieri. Io ho cercato di calmare gli animi ma proprio dopo essere sceso uno dei maghrebini è entrato nel mezzo ed ha chiuso le porte rubandomi il borsello e le chiavi della corriera che non sono stati più trovati. Cose da pazzi, davvero».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi