«Meglio in carcere che con lei» evasioni in serie dai domiciliari
Un campano arrestato dalla polizia il 25 aprile per evasione è finito prima in prigione e poi a processo Era già stato dai carabinieri e quel giorno se n’era andato con due valigie: «Geloso per una telefonata»
gian paolo perona- perona- belluno- carcere di baldenich
SOSPIROLO. Meglio in prigione che con lei. Alla quarta evasione dagli arresti domiciliari, Carmine Troisi è riuscito a farsi arrestare dalla polizia, fuori dall’abitazione dell’allora convivente a Sospirolo. Il 25 aprile, festa della Liberazione, per il 38enne campano si sono aperte le porte del carcere bellunese di Baldenich. L’uomo ci aveva già provato in tre occasioni: il 25 febbraio, a Lavis, in provincia di Trento, e tra il 12 e il 20 aprile a Sospirolo, dove si era trasferito a casa della donna che aveva conosciuto sul profilo Facebook e con la quale ha avuto una sofferta storia d’amore. Era ristretto agli arresti domiciliari per precedenti collezionati in Trentino. Ieri è arrivato in tribunale scortato dagli agenti della polizia penitenziaria.
Il racconto della sua disavventura è cominciato dalla testimonianza dell’ispettore della questura di Belluno, che quel giorno ha provveduto all’arresto, dopo che alla sala operativa era arrivata una telefonata proprio della donna. La volante del turno pomeridiano 13-19 arrivata sul posto ha individuato un uomo che corrispondeva alla descrizione: stava camminando lungo la strada provinciale 12, che collega Sospirolo a Santa Giustina. Aveva con sé due valigie e si trovava a circa 200 metri dalla casa della misura cautelare. La principale preoccupazione derivava dal fatto che Troisi aveva lasciato un biglietto, nel quale si era spinto a minacciare di togliersi la vita. Ha fatto qualche altro passo in libertà, poi si è lasciato arrestare, senza opporre resistenza.
Che stesse soffrendo una situazione dolorosa lo si era capito da tempo. Il carabiniere della stazione di Sedico ha spiegato che il 12 aprile l’uomo si era presentato in caserma, dove non poteva certo trovarsi. E il giorno 20 aveva fatto una telefonata al 112, per ottenere la stessa cosa. Meglio in galera che con quella donna con figli, della quale era gelosissimo e con la quale non voleva avere niente a che fare. Ha deposto anche lei, davanti al giudice Feletto e al pubblico ministero Pesco, cercando con fatica di ricordare fatti peraltro vicini nel tempo. Il pm ha dovuto procedere a diversi aiuti alla memoria o a vere e proprie contestazioni, sulla base del verbale di sommarie informazioni dei carabinieri. L’uomo era geloso, appunto, e gridava spesso in casa, anche davanti ai figli di lei. Un atteggiamento insopportabile, anche se era lui a «voler scappare, perché non voleva più stare con me». Un giorno sì e un giorno no tentava di andarsene, anche se avrebbe dovuto rispettare i domiciliari.
Quel 25 aprile se n’è andato, dopo una banale telefonata. Lei ha tentato di chiamarlo, ma la prima volta il cellulare risultava spento e la risposta alla seconda è stata «vai dal tuo amore». Evidentemente sospettava che ci fosse una storia, tanto parallela quanto clandestina. La terza telefonata della donna ha raggiunto la questura, che ha provveduto all’arresto. L’imputato di evasione è difeso dall’avvocato Faraon, che produrrà una perizia psichiatrica, per tentare di scagionarlo.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video