«Meglio unire i servizi prima dei Comuni»
AGORDO. «Non siamo ancora pronti per la fusione dei comuni, nel 2015 si dovrà lavorare sull'unione dei servizi». Il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit e quello di Taibon, Silvia Tormen, sono d'accordo. Parlare di comune unico della Conca Agordina (Agordo, Taibon, La Valle, Voltago, Rivamonte e Gosaldo) è ancora troppo presto. «Manca una serie di passaggi e non c'è la giusta serenità», dicono infatti, ma non nascondono che l'idea potrebbe concretizzarsi alla fine di un percorso che richiederà, semmai, tutta la legislatura.
Dunque, almeno per quanto riguarda la parte bassa della vallata agordina, discorsi come quelli già concretizzati a Quero-Vas e a Longarone-Castellavazzo, o in divenire come a Zoldo, sono lontani: «Noi siamo stati quelli che per primi abbiamo cercato di trovare collaborazione con i comuni limitrofi», prosegue Da Roit, «adesso si tratta di approfondire assieme i vari temi e arrivare, se non altro, a fare un discorso serio sull'unione dei servizi. Andare oltre, parlare di fusione dei comuni, mi sembra prematuro, forse se ne potrà parlare fra quattro anni».
Per Da Roit infatti mancano le basi: «Allo stato attuale», spiega, «non ci sono le condizioni. Mancano ancora tutti i passaggi di crescita e di verifica circa la volontà dei comuni di andare in una certa direzione. Non possiamo pensare di andare a proporre un referendum improvvisato alla popolazione, ma dobbiamo fare il passo secondo la gamba».
«La situazione non è matura», gli fa eco Silvia Tormen, «il passaggio ha risvolti positivi, ma va fatta prima un'analisi sia tra noi amministratori che nella comunità. Serve quella serenità che ancora non c'è, non perché non si vuole, ma perché serve lavoro e confronto. Poi dipenderà dalla nostra capacità di vedere lontano e di allargare la nostra visione».
La prospettiva, tuttavia, piace al sindaco di Taibon che nella possibile fusione dei comuni della Conca Agordina vede un'opportunità di crescita: «Se viene fatta la fusione, dovrà migliorare la situazione di tutta la periferia: accentrare non significa infatti una perdita dei servizi, ma anzi una crescita della capillarità dei servizi stessi. Le economie di scala che potranno essere svolte devono fare in modo che le risorse siano per tutti. Non solo. Io credo che la creazione di un comune più grande degli attuali potrebbe crescere la professionalità degli amministratori. Con la fusione, infatti, si alza il tiro, serve una prospettiva di più ampio respiro che necessita di maggiore preparazione».
Nel progetto di ospitalità diffusa, che ha visto in Agordo e Taibon i due comuni capaci poi di tirarsi dietro gli altri quattro della Conca, si può forse vedere una palestra di ragionamenti comuni in vista di un obiettivo comune. Nel 2015, tuttavia, saranno molti i servizi che dovranno essere associati. «Nel corso dell’anno», avverte Da Roit, « dovremo capire quali servizi condividere a livello di Conca e quali a livello di vallata. In questo momento non abbiamo ancora le idee chiare, questa è la verità». «E la cosa non è semplice», aggiunge Tormen, «andare a unire uffici tecnici o ragionerie significa destabilizzare il personale e quindi va da sé che sono questioni molto delicate».
Ecco perché, dunque, secondo i due sindaci, la fusione dei comuni è un obiettivo troppo in là in questo momento. «Dovremo arrivare al punto in cui saremo in grado di dare informazioni precise ai nostri concittadini», conclude il primo cittadino di Agordo, «che dovranno sapere i pro e i contro di un'eventuale fusione. Dovremo presentare loro le nostre ambizioni, le nostre prospettive: solo in questa maniera, saremo in grado di chiudere un'operazione, che sia accettata dalla gente e non provenga dall’alto. Tutto dovrà essere assolutamente condiviso».
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