Mel invaso per la festa delle mele 35mila visitatori tra strade e cortili

Il presidente Padovani: «Il motivo del successo è dovuto allo stretto legame con il territorio e i suoi prodotti agricoli a km zero. Qui si trova frutta genuina»

BORGO VALBELLUNA.


La carica dei 35mila ha invaso le strade di Mele a Mel. Un successo che sale di anno in anno.

Tanti sono stati infatti i visitatori che hanno partecipato alla manifestazione zumellese, che ha raggiunto il suo clou nella giornata di ieri: tra mele e frutta di stagione, prodotti artigianali ed iniziative correlate, l’evento organizzato dalla Pro Loco Zumellese e dall’associazione Mele a Mel si attesta ancora una volta come uno dei più sentiti del Bellunese.

Qual è il segreto? «Penso che questa crescita costante – spiega Oscar Padovani di Mele a Mel – sia dovuta allo stretto legame che è venuto ad instaurarsi nel tempo con il territorio e soprattutto con i prodotti agricoli che vengono qui coltivati, che sono a chilometro zero, ovvero garanzia di qualità per tutti. Specialmente per il visitatore, che giunge qui da fuori provincia sicuro di trovare mele e cibi sani. Al giorno d’oggi la gente è abituata a recarsi nei supermercati per comprare frutta che esce perlopiù dalle celle frigorifere, mentre nel caso di Mele a Mel le mele sono fresche, nonché sintesi di un metodo di coltivazione che estingue i fitofarmaci, lasciando quindi ampio spazio alla coltivazione biologica grazie alla passione che le tante aziende a conduzione familiare che partecipano all’evento mettono in campo. La nostra provincia, rispetto alle altre ha ancora la fortuna di essere vista come una fonte incontaminata, dove non regna l’inquinamento, e questo è un aspetto importante sul quale dobbiamo credere per imporre i nostri prodotti agricoli d’eccellenza e lanciarli oltre i confini regionali».

Come si può definire in sintesi Mele a Mel? «Lo spazio ideale per gli artigiani». Mentre Padovani parla, il flusso di persone che passa tra gli stand nel cortile di Palazzo Guarnieri è continuo: tra le mele più apprezzate c’è anche il pom de la rosetta, dalla pasta sottile e croccante, adornato da guance rosee lievemente profumate. Un prodotto che rischiava di andare perso.

«Sì purtroppo – prosegue – e il motivo è da ricercarsi nella negligenza umana. Non è questione di cambiamenti climatici se determinate produzioni agricole sono meno in voga. L’uomo ha monopolizzato il mercato agricolo togliendo spazi agli agricoltori e la sparizione dei prodotti è dovuta principalmente a questo. Dobbiamo difendere la biodiversità dei nostri territori che è la nostra vera ricchezza. Se non salvaguardiamo le piante a rischio estinzione come questa, andiamo a perdere qualcosa dal valore inestimabile. Mele a Mel sta agendo in quest’ottica».

Cosa manca per valorizzare il prodotto autoctono?

“Fare associazionismo e unirsi come in questi giorni zumellesi. E puntare sul prodotto biologico a chilometro zero, che può essere il futuro dell’agricoltura bellunese. Mele a Mel è la base di partenza di tutti gli agricoltori».

«Le presenze non sono che il simbolo del tripudio della collaborazione tra associazioni – chiude Simone Menel della Pro Loco Zumellese – che insieme hanno saputo consolidare un evento che è ormai da tanti anni radicato nel territorio. La qualità è e rimarrà la parola d’ordine di Mele a Mel». —


 

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