Mela prussiana salutare e abbondante

L’università di Verona ha consegnato le analisi sulle qualità positive del frutto. Prodotti duemila quintali di “pom”

SOVRAMONTE. Non solo buona. Lo dicono le ricerche dell’università di Verona: la mela prussiana fa bene. I test sul Pom prussian, valutato in relazione ad altre varietà di mele, suggeriscono che molte sostanze contenute nei frutti sono benefiche per la salute umana.

È rimasto sicuramente soddisfatto dell’esito Giovanni Moretton presidente del Consorzio di tutela, presente ieri con gli altri produttori alla fiera di Faller dedicata alla mela prussiana coltivata in maniera naturale e biologica: «Le ultime analisi sono arrivate due settimane fa. Quest’anno le mele sono tantissime, bellissime e buonissime. La stagione a Faller e Sovramonte è andata bene, zero malattie e zero trattamenti. La produzione è di due mila quintali. Ci sono i nuovi frutteti che cominciano a produrre frutti di qualità superiore ai vecchi meleti che è più difficoltoso potare. C’è stato poi il bel tempo autunnale che ha colorate le mele, come deve essere, di rosso».

Lo studio realizzato da un gruppo di ricerca coordinato dalla professoressa Flavia Guzzo del dipartimento di biotecnologie dell’Università degli Studi di Verona, nell’ambito del progetto “Caratterizzazione qualitativa dei principali prodotti ortofrutticoli veneti e del loro ambiente di produzione”, ha analizzato sei varietà: Fuji, Golden Delicious, Granny Smith, Imperatore, Pom prussian e Royal Gala. Fra i componenti del Pom prussian è stata riscontrata un’abbondanza di polifenoli, come ad esempio i flavonoidi, i calconi e gli acidi idrossicinnamici (Hca). Questi ultimi, oltre a conferire il caratteristico retrogusto amarognolo, hanno proprietà salutistiche, in quanto considerati forti antiossidanti, potenzialmente antianallergici e antimicrobici.

Intanto la fiera organizzata dagli abitanti di Faller è giunta ieri alla sua sedicesima edizione. Protagonista indiscussa era la mela con le sue importanti qualità. Il Consorzio vendeva le mele in sacchetti da cinque euro e le piante a quindici euro.

La fiera ha dato spazio anche a prodotti tipici locali e artigianali fatti a mano. I punti ristoro dove gustare i piatti della tradizione, a ora di pranzo, hanno registrato il pieno, nonostante il tempo non fosse dei migliori. A rallegrare il grigiore autunnale della giornata c’hanno pensato quindi le fisarmoniche itineranti e i clown. Gli espositori, obbligati a montare fin dalla mattina presto i gazebo per proteggere i loro prodotti dalle gocce di pioggia, erano più numerosi in questa edizione rispetto alle precedenti. La fiera comunque mostra ogni anno che passa di voler mantenere uno stile semplice, così come conserva senza alterarla l’originale genuinità della sua mela.

Anna Minazzato

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