Memo Pancera, metodi all’antica
Il ricordo del maestro: «Non adoperava le mani ma la stecca»
LONGARONE. «Il mio maestro usava metodi all'antica, peraltro incoraggiato anche da mio padre. Mio padre, quando lo incontravamo per la strada, gli chiedeva sempre come mi comportavo a scuola. Se non mi applicavo, gli suggeriva, usi pure le mani. No, il maestro non adoperava le mani, ma la stecca».
Così Renato Migotti ricorda Memo Pancera, il suo maestro. La lapide è vicina a quella di Giuseppe Guglielmo Celso, sindaco di Longarone, comandante partigiano (Nemo, il suo nome di battaglia). «Era una persona che non passava inosservata, era slanciato ed aveva un pizzetto pronunciato» ne fa cenno Migotti. E Gianni Olivier precisa: «Quella sera sono morti lui, la moglie e due bambini». (fdm)
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