Meno 80% per le Pro loco: «È meglio pensare al 2021»
BELLUNO
Far ripartire il volontariato dopo il lungo stop del Covid non sarà un’impresa facile, ma l’obiettivo dell’Unpli e delle Pro loco ad esso collegate è quello di prepararsi al meglio per il 2021, in modo da stimolare quanto più possibile i volontari a tornare nelle associazioni per proseguire la loro azione di promozione del territorio. «Un lockdown continuo, come quello che ha colpito le nostre associazioni, significa un colpo molto duro per tutte quelle attività che ogni anno vengono messe in piedi dai volontari», spiega Davide Praloran, presidente dell’Unpli, organismo che raggruppa tutte le Pro loco del territorio.
«Promozione, manifestazioni storiche, sagre e tutti gli altri eventi sono fermi da marzo e c’è una grande sofferenza da parte di tutto il mondo del volontariato». Il colpo inferto a chi da sempre spende le proprie energie per fornire animazione e cultura al territorio, infatti, rischia di essere molto duro e di dover richiedere diverso tempo per poter tornare a una situazione pre Covid: «Si registra una sofferenza abbastanza importante da parte del volontariato, perché sono venute meno le occasioni di aggregazione, i momenti di confronto e di progettazione delle manifestazioni, oltre alla socialità, che è chiaramente calata all’interno della comunità», aggiunge Praloran, che su una futura ripartenza preferisce mantenere la cautela: «Sarà tutto da vedere, perché si rischia di perdere i contatti, la voglia di partecipare e bisognerà ricostruire una rete di persone che avranno necessità di avere i giusti stimoli per poter ripartire come o meglio di prima».
A parte qualche attività svolta per vie secondarie, come incontri online e qualche altra iniziativa (che comunque dimostrano una voglia di darsi da fare per il territorio nonostante tutto), il calendario delle Pro loco bellunesi è rimasto quasi completamente vuoto in questi mesi e lo spauracchio maggiore resta sempre il lockdown: «Abbiamo in programma gli spettacoli della rassegna Mistero ma se, come penso, bloccheranno tutto di nuovo salteranno anche quelli. Certo si stanno spostando online alcune di questi appuntamenti, ma non potrà essere la stessa cosa», continua Praloran, «purtroppo temo che per questo 2020 non ci sia molto da fare e dobbiamo mandarlo in archivio con un taglio di oltre l’80% delle attività delle Pro loco del Veneto. Quel 20% lo calcolo tra quanto fatto prima del lockdown e la timida ripresa dell’estate, prima della mazzata autunnale».
Sempre online, comunque, le riunioni delle Pro loco e dell’Unpli provinciale e regionale, vanno avanti, per provare a far fronte alla situazione: «Continuiamo a coordinarci e sabato e domenica prossimi è prevista anche l’assemblea nazionale a Padova (che si svolgerà online), durante la quale verrà eletto anche il nuovo presidente nazionale dell’Unpli», aggiunge Praloran, «l’obiettivo è preparare al meglio il 2021».
La perdita degli eventi, in particolare di quelli più grossi, non è solo un problema per la visibilità e la promozione dei territori, ma anche un grave danno per le aziende, specialmente quelle agricole, che nelle Pro loco vedono una vetrina e un partner importante: «I prodotti rimangono non consumati e, ahimè, dimenticati», conclude il presidente provinciale dell’Unpli, «con le fiere e le sagre si muove anche un indotto importante e spesso invisibile, che questo stop forzato sta mettendo in seria difficoltà». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi