«Meno burocrazia in montagna»

Debortoli lancia la proposta di una zona a normativa semplificata
LONGARONE. «Una normativa semplificata per le piccole aziende di montagna. Non è pensabile che un piccolo imprenditore debba trascorrere il suo tempo cercando di districarsi nei meandri di una normativa incomprensibile e ostica». E’ la proposta lanciata dal presidente dell’Ascom di Belluno, Franco Debortoli, al convegno di Longarone su «Montagna, una risorsa da governare».


Debortoli ha lanciato l’idea di una «zona sperimentale a normativa semplificata» che possa diventare un modello anche per altri territori. Ma il peso della burocrazia non è l’unico allarme lanciato (di nuovo) dal palco di Longarone Fiere. C’è lo spettro, per i commercianti, della direttiva Bolkestein, che diventerà operativa nel 2010 e che prevede la libertà alle imprese commerciali di aprire, senza vincoli numerici.


«Non bastano regole urbanistiche - ha detto Debortoli - se questa direttiva non viene governata sarà devastante per le nostre imprese».


Non c’è solo la crisi di quest’ultimo anno a mettere in ginocchio anche il mondo del commercio. Ci sono dinamiche che vanno avanti da tempo e che stanno peggiorando: quella dello spopolamento, solo per dirne una.


L’Ascom ha chiamato a relazionare un profondo conoscitore dei problemi sociali, economici e culturali della montagna, Bruno Tellia, docente di sociologia industriale all’Università di Udine.


Impietosa analisi, la sua, con dati ben conosciuti ma non per questo meno preoccupanti: «Negli ultimi 50 anni la popolazione dell’Agordino è calata del 30 per cento, stessa percentuale per il Comelico, e per la zona Longaronese Zoldano».


Calano gli abitanti e chiudono i servizi, a cominciare da quelli commerciali. Per uscire dal corto circuito che si crea, Tellia ha presentato la sua ricetta: «Dobbiamo rompere le regole - ha premesso - per garantire un futuro ai territori montani».


Una delle sue proposte è il rafforzamento demografico delle zone periferiche, favorendo l’afflusso di persone che arrivano da fuori. Neo ruralismo, lo hanno chiamato alcuni degli altri relatori presenti. Oltre a questo occorre mantenere i servizi, cambiando anche la loro strategia: ad esempio i negozi dovrebbero diventare centri multiservizio, una sorta di contenitore dove trovare dal giornale, all’internet point, alla rivendita di alimentari, alla parafarmacia. Se ne parla da tempo, ma realizzazioni concrete non si vedono.

Al dibattito sono intervenuti tra gli altri Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto, Fernando Morando, presidente di Confcommercio Veneto, Sergio Rebecca, vice presidente nazionale di Confcommercio.


Vendemiano Sartor, assessore regionale, non si è sottratto alle critiche e alle sollecitazioni che gli sono arrivate. Le decisioni regionali, in quanto a programmazione del territorio e del commercio, sono andate spesso in senso opposto a quanto chiesto dalla Confcommercio. Ha parlato anche di demanio idrico, Sartor, ammettendo che i soldi vanno dati al Bellunese, ma che le grandi derivazioni devono avere un controllo superiore, regionale.

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