Mensa dei poveri: sempre più bellunesi chiedono aiuto

Trenta persone ogni giorno consumano il pranzo dai frati e a cinquanta viene distribuita una busta di spesa
Di Martina Reolon

BELLUNO. Una trentina di persone in difficoltà ogni giorno consumano il loro pasto alla mensa di via San Gregorio XVI.

E tra le 45 e le 50 arrivano in parrocchia il mercoledì, giornata in cui, settimanalmente, vengono distribuite le buste con prodotti alimentari.

Numeri che lasciano emergere la situazione critica in cui si trovano anche tante famiglie bellunesi.

La preoccupazione all’interno della comunità dei padri Cappuccini di Mussoi, impegnati quotidianamente a favore dei bisognosi, è parecchia. «Posso dire che lo stato di cose è andato peggiorando in modo più acuto negli ultimi due anni», spiega il parroco Padre Lanfranco Dalla Rizza. «Anche il fatto di vedere che crescono i nostri bellunesi che chiedono aiuto è un segnale che deve far riflettere e pensare».

La mensa dei frati di via San Gregorio XVI, in ogni loro opera ispirati al messaggio di San Francesco, è tutti i giorni piena. «Consegniamo a chi ne ha bisogno anche qualcosa da portare a casa», dice ancora padre Lanfranco, che sottolinea anche l’eterogeneità delle persone che decidono di rivolgersi alla comunità: «Il denominatore comune è uno solo: non riuscire a tirare avanti. Da noi arrivano diversi uomini separati, che magari senza casa e con assegni di mantenimento da pagare si trovano a dover vivere con 400 euro o meno al mese. C’è chi ha dovuto lasciare il lavoro per assistere un familiare malato e non sa come fare. C’è chi il lavoro lo ha perso. Ci sono le badanti, rimaste senza occupazione perché le famiglie non possono più permettersi di pagare una persona che faccia assistenza».

Insomma, «una catena», un circolo vizioso da cui è difficile vedere una via d’uscita. «Sono tante», continua padre Lanfranco, «le persone che chiedono un aiuto economico perché non riescono a pagare l’affitto. Altre sfrattate. Famiglie numerose in cui uno dei due genitori ha perso il lavoro. Tutte situazioni che generano ansia e preoccupazione. Noi offriamo tutto il nostro aiuto, e non sempre è semplice».

A Pasqua e a Natale i padri cappuccini, che in parrocchia a Mussoi sono quattro, distribuiscono una busta in cui ognuno può versare un aiuto, secondo le proprie possibilità, ai bisognosi.

«I parrocchiani rispondono bene», evidenzia padre Lanfranco. «Il rischio in situazioni di crisi è che ognuno si chiuda in se stesso e pensi per sé. Invece noi cerchiamo di trasmettere un messaggio: bisogna aiutarsi».

In attesa della giornata di condivisione, che si terrà a ottobre, le disponibilità alimentari dei frati devono essere rimpinguate: «In parte riceviamo donazioni, per il resto dobbiamo comprare i prodotti. Abbiamo attivato anche una buona collaborazione con dei supermercati, così una volta alla settimana possiamo servire alla mensa mozzarelle e yogourt».

Anche la festa di Mussoi, arrivata all’ottava edizione e che continuerà fino a domenica, è nata con un intento solidale: raccogliere fondi per aiutare chi è in difficoltà.

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