Mense ospedaliere: "Ignorata la nostra idea"

Massaro: «Bastava unire il servizio dato al san Martino con quello di Sersa ma la Regione non ha accettato. Seguita la logica del risparmio. E la qualità?»
BELLUNO. Dispiaciuti e molto preoccupati. Per i dipendenti, per gli utenti, per un servizio che oggi spicca per qualità e che, domani, non si sa come sarà. La notizia dell’appalto del servizio di ristorazione degli ospedali di Belluno e Agordo alla Serenissima spa (sono in corso le verifiche tecniche) lascia una profonda amarezza in Jacopo Massaro, sindaco di Belluno e presidente del comitato dei sindaci Distretto di Belluno, e in Sisto Da Roit, primo cittadino di Agordo e vicepresidente del comitato. «Sono sempre stato contrario, fin da quando si è iniziato a parlare del bando regionale», attacca Da Roit. «Temo sia una pessima scelta, si rischia il deterioramento di un servizio offerto a persone che si trovano in un momento di debolezza e difficoltà, visto che parliamo di pazienti di un ospedale». «La qualità del servizio offerto dal nostro ospedale è nota, così come l’elevata professionalità dei lavoratori», rincara Massaro. «È un peccato sia stata presa questa decisione».


Anche perché, aggiunge il sindaco del capoluogo, Belluno aveva lanciato una proposta per evitare il bando che esternalizza il servizio. «Avevamo fatto una proposta all’azienda sanitaria, per mettere insieme il servizio di cucina dell’ospedale di Belluno con quello della Sersa», spiega Massaro. «Le cucine dell’ospedale sono moderne e funzionali, ma soffrono un problema di organico. Al contrario quelle della Sersa avrebbero bisogno di essere ammodernate, ma il personale non è un problema. La nostra proposta era di unire i due servizi, in modo da ottimizzare le risorse infrastrutturali e il personale, garantendo al contempo scambio di conoscenze e know how. Avevamo trovato una soluzione per proseguire il servizio di ristorazione senza che ci fosse la necessità di andare a gara, ma la Regione non ha accolto la nostra proposta».


La gara centralizzata, inoltre, «fa poco ben sperare dal punto di vista della qualità. È nota quella offerta dalla mensa del nostro ospedale, mentre sappiamo che questi standard di qualità difficilmente vengono misurati dove sono in essere appalti. Capiamo», ammette Massaro, «che la logica seguita dalla Regione sia quella del risparmio, ma così le eccellenze esistenti vengono soppresse, ed è un vero peccato».


Anche se ogni servizio va testato sul campo, Massaro non nasconde la sua preoccupazione per quello che sarà servito ai pazienti dell’ospedale. «Bisognerebbe continuare a preparare i pasti nelle nostre cucine», attacca. Non sarà così, perché il sistema sarà quello del “cook&chill”: le pietanze saranno preparate nella sede della Serenissima di Boara Pisani (Padova), attraverso degli abbattitori saranno portate a una temperatura utile per conservarle in modo che possano essere trasportate ad Agordo e Belluno, riscaldate con un forno particolare e poi somministrate a pazienti e personale.


«Terremo alta l’attenzione e la vigilanza sulla qualità del servizio», annuncia Massaro. Non si può fare molto di più, perché la decisione era regionale ed è ormai stata presa. «Siamo anche molto preoccupati per il personale», conclude il sindaco. «Il Comune di Belluno, quando ha fatto l’appalto per il servizio di ristorazione scolastica, ha scelto di mandare il personale in comando presso la ditta che ha vinto la gara. Mi auguro che la ditta appaltataria per il servizio in ospedale abbia la medesima attenzione verso il territorio».




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