Menù con lista allergeni, i ristoratori sono perplessi
BELLUNO. Scettici e anche critici, ma soprattutto rassegnati. I ristoratori bellunesi si stanno attrezzando per mettersi al passo con la norma che impone l’indicazione dell’eventuale presenza di allergeni all’interno dei piatti somministrati ai clienti.
Si tratta di 14 ingredienti dall’uovo ai crostacei, dal glutine alle arachidi e al latte. Insomma pizza, gnocchi, pasticcio, il pane stesso, ma anche le creme per i pasticcini e altri piatti comuni nella dieta mediterranea devono riportare l’elenco delle materie prime che possono scatenare allergie e intolleranze.
Una novità che «si aggiunge a tutte le altre che complicano la vita», precisa Massimo Simionato del ristorante La Taverna di Belluno. Lui inizierà la settimana prossima con il menù “integrato” dalla lista di allergeni. «Aspetto indicazioni dall’Ascom perché non mi è ancora chiaro come dobbiamo muoverci». Ma c’è chi ha pensato di aggiungere ad ogni piatto del menù un numero corrispondente ai singoli prodotti potenzialmente “pericolosi” presenti alla fine del menù. «Abbiamo cercato», precisa il titolare del ristorante Al Borgo, Luca Viel, «di interpretare la norma. Anche se per alcune pietanze questa cosa fa davvero ridere: ad esempio il piatto di baccalà lo devo segnalare per la presenza di pesce, visto che può scatenare sui soggetti sensibili delle allergie. Comunque», continua il titolare, «l’introduzione di questa norma il giorno di santa Lucia e a ridosso delle festività non aiuta, visto che le direttive non sono chiare e poi per chi deve cambiare sempre il menù significa un’incombenza ulteriore».
Critica anche la referente provinciale della Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio, Rossana Roma del ristorante Dolada di Pieve d’Alpago. «Se fossimo stati portati a conoscenza prima di questa norma, avremmo avuto il tempo di allinearci con meno fretta, invece se n’è iniziato a parlare 25 giorni fa», dice, e prosegue: «Una norma che lì per lì ci ha lasciati attoniti. Il problema, comunque, non riguarda troppo i ristoranti e le trattorie, ma soprattutto bar, mense, gastronomie che variano spesso il menù. Ora significa cambiare quotidianamente i cartelli recanti gli ingredienti allergenici presenti nei prodotti somministrati. La stessa cosa vale anche per pasticcerie e gelaterie: e questo, a lungo andare, toglierà lo stimolo a cambiare prodotti visto che hanno ben altro da fare pasticceri e panettieri che stampare cartelli».
Al Dolada, a dire il vero, sono partiti già l’altro ieri con la sperimentazione. «Essendo la presidente della Fipe ho fatto da apripista segnando a lato di ogni pietanza il nome dell’allergene presente», dice Roma, «però, i clienti con problemi ci segnalavano già la cosa al momento dell’ordine. Io stessa sono allergica a ingredienti diversi da quelli della lista. E allora cosa dovrei fare? Come sempre lo segnalo al cameriere, come si faceva anche prima. Ora si tratterà di formare il personale perché sappia rispondere alle richieste degli avventori».
Ma per la presidente Fipe bellunese, «l’attenzione va posta non tanto quando si va a mangiare fuori, ma quando si va a fare la spesa. Come al ristorante si esige l’attenzione per chi ha problemi di salute, così credo che le persone debbano imparare a leggere le etichette delle confezioni che acquistano, per la loro salute». (p.d.a.)
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