Mesinovic aveva portato il figlio con lui in Siria

BELLUNO. «Il figlio di due anni di Ismar Mesinovic è rimasto completamente solo in terra straniera. Aiutateci a trovarlo». È l’appello disperato della famiglia di Ismar comparso nel quotidiano bosniaco on line Dvevni Avaz (Daily Avaz) il 9 gennaio scorso. Un articolo che lascerebbe intendere due cose: che il piccolo è stato portato in Siria da dove sarebbe scomparso e che la morte del padre Ismar va collocata ai primi giorni di gennaio o comunque a ridosso delle feste natalizie. Un risvolto clamoroso della vicenda su cui sta indagando l’Antiterrorismo di Venezia insieme con i carabinieri.
Nell’articolo si legge che Ismar ha portato con sè in Siria il piccolo che, dopo la morte del padre, sarebbe stato preso da due donne di cui ora non si sa nulla. Il giornale apre proprio con la notizia che «il figlio di due anni di Ismar Mesinovic di 36 anni, morto qualche giorno fa in Siria, è rimasto da solo in terra straniera». La conferma arriva dai parenti di Mesinovic che riferiscono che «probabilmente il giovane ha portato con sé il bimbo in Siria dopo che la mamma del piccolo li aveva lasciati», si legge.
Questa notizia, se confermata, rende ancora più inquietante il quadro di questa vicenda che ruota intorno alla tragica fine del bosniaco bellunese. Se il piccolo è scomparso realmente in Siria il suo ritrovamento potrebbe diventare molto complicato.
Secondo quanto si legge ancora nel sito del giornale, a lanciare l’appello è un cugino di Ismar, Edvin Kopic che vive in Germania, dove risiedono anche un fratello e la mamma di Ismar. I familiari vogliono prendersi cura del loro nipote e invitano «quelli che hanno contatti con le persone che hanno preso in consegna il bambino in qualche campo in Siria di aiutarli».
Nell’articolo c’è anche la testimonianza di una vicina di casa e amica della famiglia Mesinovic, la quale racconta che «un mese fa Ismar era a Teslic e con lui c’era il bambino e un amico macedone. Nessuno sapeva delle sue intenzioni di andare a combattere nella guerra in Siria. Il nostro obiettivo», continua la vicina «è trovare il bambino, per la cui vita abbiamo paura, perché da quello che abbiamo saputo, dopo la morte di Ismar, il piccolo è stato consegnato a due donne della nostra stessa origine».
Nelle dichiarazioni della donna si capisce che Ismar era andato in Siria per combattere contro il regime di Assad, ma non si fa alcun riferimento a una sua eventuale esplosione.
La prima a sapere della morte di Ismar sarebbe stata la madre che vive in Germania, la quale ugualmente, prima di venire a conoscenza della sua tragica fine, «non sapeva nemmeno che suo figlio era andato in Siria».
Il Daily Avaz conclude dicendo che ad ora «è stato accertato che 10 cittadini bosniaci sono morti nella guerra in Siria. Un numero che sarebbe cresciuto rapidamente dopo la battaglia militare tra i ribelli, anche se ancora non si conosce il numero preciso dei morti tra i bosniaci».
Paola Dall’Anese
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