Mesinovic, gli inquirenti indagano a 360 gradi
BELLUNO. Capire dove sia il figlioletto di Ismar Mesinovic e capire se ci sono altre persone che, dopo aver iniziato percorsi particolari, potrebbero seguire l’esempio di Mesinovic. È un’indagine delicata e a tutto tondo quella che le forze dell’ordine stanno portando avanti, in merito alla morte in Siria del bosniaco bellunese.
I punti da cui le indagini sono partite sono quelle foto intercettate sui social network in cui si può agevolmente identificare a terra il corpo di Mesinovic. E viste le sue condizioni, gli investigatori sono propensi a credere che il giovane bosniaco sia stato ucciso. In quali circostanze ciò sia avvenuto, però, è tutto da scoprire.
Quel che è certo è che la sua tragica fine è avvenuta nei giorni successivi il Capodanno, ma l’impraticabilità dei rapporti di interpol tra Italia e Siria, in quanto luogo di guerra civile, impedisce ad oggi di collocarla temporalmente.
A preoccupa molto gli investigatori è la scomparsa del figlio di Ismar: non si sa se il piccolo sia stato portato in Siria come temono e testimonierebbero alcuni parenti o se sia in Bosnia, nascosto da qualche parte. E vista l’incertezza circa il destino del figlioletto, la mamma di origini cubane, tornata in Italia a gennaio è in uno stato di agitazione profonda.
La donna è già stata sentita dagli inquirenti, come pure i familiari di Ismar, residenti in Germania: ma nessuno di loro sa cosa abbia fatto scattare nella testa di Mesinovic la scelta di andare in Medio Oriente; come nessuno sa dire qualcosa di utile sulle sorti di figlio e nipote.
Il bambino è nato a Belluno nel settembre del 2011 ed è a tutti gli effetti un cittadino bosniaco. Ismar Mesinovic si era sposato lo stesso anno al municipio di Ponte nelle Alpi, comune dove ha vissuto per diverso tempo, prima di trasferirsi a Longarone, in via Campelli. Qui, dopo la separazione coniugale, l’uomo ha vissuto con il figlio.
Dopo la sua scomparsa e morte, le forze dell’ordine hanno sentito anche alcuni soci del centro islamico pontalpino Assalam, che Mesinovic frequentava spesso per la preghiera, partecipando attivamente alle attività che lì si svolgevano.
Le indagini restano molto delicate, anche perché di mezzo c’è un minore. Quello che cercheranno di capire carabinieri di Padova e Antiterrorismo di Venezia è se ci sia qualche altra persona pronta a seguire l’esempio di Ismar; le indagini si focalizzano anche su eventuali “predicatori itineranti” che possano avere influenzato questo giovane bosniaco, tanto da convincerlo ad andare a combattere in Siria. Un cambiamento che sarebbe avvenuto in pochi mesi come testimonia chi l’ha conosciuto.
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