Messa per gli “angeli” di Falco preghiere per il pilota ferito

Familiari, amici, colleghi, autorità civili e militari ieri pomeriggio hanno voluto pregare nel ricordo dei quattro angeli di Falco

CORTINA. Familiari, amici, colleghi, autorità civili e militari ieri pomeriggio hanno voluto pregare nel ricordo dei quattro angeli di Falco.

Erano le 15.04 del 22 agosto del 2009 quando l’elicottero del Suem 118 di Pieve di Cadore, nel corso di una ricognizione su di una frana creatasi a seguito di violente precipitazioni abbattutasi in zona, si schiantò tra le rocce dopo aver urtato i cavi di una linea di media tensione.

Morirono sul colpo Dario De Felip, pilota della ditta Inaer; Fabrizio Spaziani, medico del Suem 118, direttore della Scuola sanitaria del Soccorso alpino, volontario della Stazione Cnsas di Pieve di Cadore; Marco Zago, tecnico di bordo dell’Inaer e tecnico del Soccorso alpino della Stazione Cnsas di Belluno e Stefano Da Forno, tecnico di elisoccorso, direttore della Scuola regionale del Soccorso alpino e tecnico e tecnico della Stazione Cnsas di Feltre.

Da allora ogni anno i familiari, gli amici e i colleghi dei quattro componenti dell’equipaggio dell’elicottero “I-Rems” che persero la vita nella tragedia si ritrovano a Rio Gere per celebrare una messa.

Ieri i fedeli sono tornati alle pendici del Cristallo, con le navette del Soccorso, proprio dove l’elicottero si è schiantato per assistere alla messa celebrata dal parroco decano di Cortina, don Paolo Arnoldo.

Presente come ogni anno l’amica di Spaziani, il parlamentare del Pd Rosy Bindi, che ha casa a Borca di Cadore e da anni frequenta la valle del Boite. «Sono qui a ricordare le vittime dell’incidente», ha detto, «a portare la mia solidarietà ai familiari, ai colleghi, agli amici, la mia testimonianza di vicinanza al Soccorso alpino, al Suem 118 e a tutti gli uomini e le donne impegnate nel soccorso».

«Dopo sei anni», ha detto Fabio Rufus Bristot, delegato provinciale del Cnsas, «per i ragazzi del Suem e del Soccorso alpino e per i familiari il ricordo è ancora vivo, è come se questa tragedia fosse successa ieri. Nel tempo abbiamo vissuto anche altre tragedie. Dario, Fabrizio, Marco e Stefano restano con noi, vivi nei nostri cuori, come tutti coloro che ci hanno lasciato».

Il pensiero ieri è stato rivolto anche al 35enne agordino Tommaso Miola, il pilota che giovedì mattina si trovava ai comandi dell’elicottero precitato in Sardegna durante un’operazione antincendio.

Il bellunese è ricoverato all’ospedale di Nuoro in condizioni gravi, ma non in pericolo di vita e da Rio Gere hanno pregato anche per lui e per il suo compagno Cristian Ligas che è rimasto ferito. (a.s.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi