Messner ripropone il progetto della funivia per il monte Rite
Con due musei sulla storia dell’alpinismo, che non trovano doppioni sulle Dolomiti, e con 50 murales, che trasformano questo centro in qualcosa di davvero unico, Cibiana può pretendere di diventare la “capitale culturale delle Dolomiti”.
Lo ha dichiarato, ieri mattina, Reinhold Messner, lasciando da “entusiasta” il paese, dopo due giorni di affettuosa accoglienza.
Messner, sono tante le comunità che potrebbero vantare, sulle Dolomiti, le loro risorse culturali…
«Sì, ma qui a Cibiana c’è un unicum. C’è la storia dell’alpinismo che non si trova da altre parti. Se uno vuole salire sulle Dolomiti e capire chi le ha scalate, nel corso di imprese davvero eroiche, deve necessariamente passare di qui e fermarsi prima al “Campo base” e poi salire al “Museo tra le nuvole” sul Rite».
Il Monte Rite, appunto. In questa visita lei è tornato a sollecitare la microfunivia.
«Sì, vi state tutti adoperando per i Mondiali di sci e per le Olimpiadi del 2026… Benissimo, anche noi vi sosteniamo. Ma con tutti i finanziamenti in campo per questi eventi, è proprio impossibile trovare 5 milioni, non dico uno in più, per consentire a quanti desiderino approfondire la storia delle Dolomiti, e in particolare dell’alpinismo, di salire fino al “Museo tra le nuvole” e quindi sul Rite? Salirci, ovviamente, con la piccola funivia che abbiamo proposto e che non è per nulla impattante».
Una funivia perché? Ci sono già le navette.
«Le navette, lei lo sa meglio di me, sono troppo impattanti; provocano nuvole di polvere con il loro saliscendi, anche se gli autisti sono persone molto sensibili e stanno attenti a contenere questo tipo di inquinamento. I musei, lo ripeto, meritano di essere visti perché consentono una conoscenza puntualissima della storia della conquista, della geologia e della bellezza di queste montagne. Il visitatore ha modo, tra l’altro, di farsi un’idea di come è cambiata l’arte nel rappresentare le montagne, le Dolomiti in particolare. Un tempo c’era il romanticismo, oggi è tutta un’altra storia e il “Campo base” e il “Museo tra le nuvole” lo certificano».
Lei dunque vorrebbe la funivia entro le Olimpiadi?
«Beh, sì. Arriveranno sulle Dolomiti tante persone che non conoscono la storia di questo territorio. Cibiana è pronta a raccontarla. Già oggi sappiamo che qui vengono tedeschi, cechi, polacchi, russi, i quali non vanno in altri musei. Da noi viene tutta l’Europa. Chiaramente le cifre sono basse ma riusciamo ancora a tenere in sicurezza i musei e a raccontare le Dolomiti in tutta la loro dimensione culturale. La cultura sarà sempre di più la base fondamentale per un turismo di qualità».
Lei dunque smentisce chi diceva che la cultura non fa mangiare.
«Eccome se fa mangiare. Passa da qui, dai musei e dai murales, il turismo del futuro. Quel turismo culturale che sempre più è ricercato rispetto al turismo veloce, al turismo mordi e fuggi e al turismo sciistico».
Ahi. Anche lei, dunque, contro i nuovi collegamenti sciistici?
«No, sono a favore dei collegamenti davvero utili, in particolare tra gli hub. Va riconosciuto, però, che lo sci sta diminuendo mentre aumenta la camminata e cresce la cultura, che innerva il “turismo lento”».
Il turismo, a Cibiana, ha però bisogno anche di strade.
«Non solo a Cibiana, pure altrove. È la seconda volta, in pochi mesi, che vengo a Cibiana e trovo che la frana lungo l’unica strada di accesso stia aumentando di dimensione. Capisco che sia difficile mettere in sicurezza quella parete sotto la strada, però bisogna farlo, perché altrimenti il paese rischia di rimanere isolato. L’unica alternativa è la strada per la Val Zoldana che però, dopo Passo Cibiana, è molto stretta e, mi dicono, pure questa ha una frana che incombe. Anzi, una frana che si sta allargando. Mi auguro che la Regione, dimostratasi così efficiente nel dopo Vaia, trovi modo di mettere mano anche a questa delicata situazione». —
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