«Messner sempre più una grande risorsa per i nostri territori»
CIBIANA. Uno dei primi telegrammi di felicitazione ricevuto dal nuovo Grand’Ufficiale della Repubblica italiama, l’alpinista Reinhold Messner, è quello del Comune di Cibiana. Gliel’ha spedito Luciana Furlanis, neo sindaco. E’ dal 1997, infatti, che Messner ha rapporti consolidati con il paese dei murales, oggi conosciuto ed apprezzato anche come "paese del museo fra le nuvole", quello appunto del re degli ottomila.
«Messner è una risorsa per Cibiana, per la Valboite e per tutto il Cadore», riconosce Furlanis, «il presidente Napolitano gli ha dato l’ambita nomina per meriti culturali e, fra questi, c’è anche, indubbiamente, la trasformazione del vecchio rudere del forte militare in un museo pieno di suggestioni e in un rifugio, motori entrambi dello sviluppo del paese».
Messner, anziché lasciare, intende raddoppiare. Sta allestendo alcune sale del taulà dei boss ad esposizione del meglio delle Dolomiti. Intende inoltre impegnarsi, quanto meno come consulente, per l’avvio di questo salotto. "Il salotto dell’Unesco", lo ha definito. E sta insistendo perché la nuova Amministrazione dia il là, finalmente, all’esperienza dell’albergo diffuso e alla coltivazioni di produzioni biologiche. L’arrivo di Messner a Cibiana risale al 17 settembre 1997, in occasione del suo compleanno. Lo scalatore cercava allora sulle Dolomiti un ambiente dove avviare una fattoria, cominciando dagli yak.
Quando Agostino Tibolla lo portò in vetta alla montagna di Cibiana, Messner vedendo quell’ammasso di pietre, regno delle vipere, e, per contrasto, il superbo panorama che da lassù si poteva scorgere a 360 gradi, si decise immediatamente a perfezionare la proposta di un recupero come museo e come rifugio. Nel 2000 i lavori partirono, con il benestare di Comune e Regione, col placet dell’assessore Floriano Pra e del presidente Giancarlo Galan. Con Messner c’era anche il vicesindaco del tempo, Fabrizio Zandel. Il sindaco Eusebio Zandenel e il suo braccio destro, Mauro Pupulin, quel 17 settembre decisero invece di scendere a Vernezia per incontrare, in Regione, quanti potevano dar loro una mano per realizzare il ponte tra Venas e Cibiana, ritenendo che quella fosse la priorità. Pochi, infatti, credevano all’utopia di Messner, salvo poi ricredersi.
Il più determinato? L’assessore Pra, che non voleva sentir ragione da parte di chi si ostinava a rimproverarlo d’aiutare un sud tirolese, figlio di una provincia opulenta, grazie alla sua autonomia. Oggi Messner gli è riconoscente, continua a dire che “Pra è stato un grande”. E Pra, dal canto suo, ammette che "il grande Reinhold è stato, in questi anni, una fortuna per le Dolomiti; avremmo dovuto inventarlo, se allora non lo avessimo incontrato". Dopo un attimo di stanchezza, ancora due anni fa, Messner ha ripreso a credere in Cibiana e nel Rite. Al compimento del 70° anno, il prossimo 17 settembre, comincerà a lasciare ai figli la gestione dei musei. Si dedicherà ancora di più alla cultura, quella cinematografica. Ma confessa che Cibiana l’ha nel cuore e continuerà ad amarla. Per questo desidererebbe una micro funivia per salire sul Rite, in modo da liberare il passo Cibiana dalla polvere delle navette. «Il futuro della comunità», continua a ripetere, «dev’essere tutto naturale».
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