Metal detector, i carabinieri ci sono

L’Arma risolve il problema dell’addio di tutte le altre forze di polizia

BELLUNO. Metal detector: i carabinieri non lasciano. Anzi, raddoppiano, al palazzo di giustizia, perché non si limiteranno alle udienze penali, ma dovrebbero esserci anche fino al tardo pomeriggio per le udienze civili. I timori del presidente del Tribunale, Antonella Coniglio si sono rivelati eccessivi: vero che polizia di stato e provinciale, guardia di finanza e forestale non faranno più la vigilanza, ma l’Arma ha garantito la presenza fino a quando la procura generale non troverà un’altra soluzione, in turni di due militari per volta. Lunedì scadeva il tempo stabilito un mese fa dalla prefettura, e ieri mattina non ci sarebbe dovuto essere nessuno al metal detector all’ingresso del tribunale. E invece non è cambiato niente: tutto come prima, almeno fino a nuovo ordine da parte del comandante provinciale Sulpizi. La differenza è che non ci sarà più il turn over delle scorse settimane: ci saranno solo i carabinieri, peraltro già presenti nelle aule, mentre le altre forze di polizia si dedicheranno ad altri servizi. La competenza sul palazzo di via Segato è passata dal Comune di Belluno al ministero della Giustizia e tocca alla procura generale escogitare il sistema per garantire la sorveglianza. Ci sono stati dei contatti con l’istituto di vigilanza privato Mondialpol, che già ha lavorato al metal detector, quello che manca è l’accordo economico. Questione di pochi euro all’ora, ma per il momento, non se ne fa niente. A maggior ragione dopo la sparatoria al palazzo di giustizia di Milano è indispensabile che la vigilanza al rilevatore di metalli sia armata. Ecco perché non possono occuparsene i vigili urbani, se non in presenza chi la fondina con la pistola ce l’ha. Il Comune sta continuando a fornire i custodi, che però a loro volta non hanno alcun potere di controllare una borsa che fa suonare la sirena.

Gigi Sosso

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