Metalba, carichi troppo pesanti è ancora sciopero

LONGARONE. È ancora sciopero allo stabilimento della Metalba di Fortogna. I motivi sono gli stessi che avevano portato, nel maggio scorso, i 34 dipendenti ad incrociare le braccia, e cioè la carenza...
LONGARONE. È ancora sciopero allo stabilimento della Metalba di Fortogna.


I motivi sono gli stessi che avevano portato, nel maggio scorso, i 34 dipendenti ad incrociare le braccia, e cioè la carenza di personale di fronte all’aumentato carico di lavoro, il diniego della proprietà a pagare il premio di risultato degli anni 2015 e 2016.


Di fronte alle richieste di confronto con la società «abbiamo sempre trovato un muro», commenta Benedetto Calderone, della Fiom Cgil che segue la fabbrica. «Più volte abbiamo chiesto di incontrarci, ma ad oggi senza nessuna risposta».


Ieri, quindi, tutte e tre le squadre che avrebbero dovuto prestare servizio si sono astenute per l’intera giornata, mentre oggi incroceranno le braccia i lavoratori ieri in riposo.


«Da tempo proviamo ad aprire un confronto civile per trovare soluzioni condivise ai tanti problemi dello stabilimento di Fortogna», precisa Calderone. «Abbiamo pazientemente atteso risposte, purtroppo mai arrivate. Nessuna risposta sull’ampliamento di organico, nessuna sull’accordo di ciclo continuo produttivo strutturale. Da tempo, infatti, chiediamo che vengano assunte almeno 5-6 persone, cioè un’altra squadra per permettere un alleggerimento dei carichi di lavoro. Questo sia per l’incremento del lavoro, ma anche in prospettiva visto che l’azienda intende aprire un nuovo forno».


«Il problema», prosegue il sindacalista, «è che la proprietà, da quanto vediamo, intende mantenere inalterato l’organico, pur aumentando la produzione, e questo per noi è inaccettabile. Infine, per permettere a tutti di riposare un tempo adeguato, è necessario assumere un’altra squadra, non c’è altra soluzione».


Sul piatto c’è anche il contratto scaduto due anni fa e mai rinnovato. «Se da un lato la nuova proprietà non vuole riconoscere il vecchio contratto non pagandoci i premi di risultato, dall’altro però ha continuato con il vecchio ciclo produttivo, sempre contenuto nel contratto. A questo punto se un accordo scade, decadono tutti i contenuti, non solo quelle che fanno più comodo all’azienda», precisa Calderone che sottolinea: «Finché non avremo risposte andremo avanti manifestando la nostra disapprovazione». L’azienda è avvisata.
(p.d.a.
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