Mettere le reti metalliche costituisce reato
BELLUNO. Sono tre le specie di rondini che nidificano in città. C’è la rondine comune, quella montana (marrone) e il balestruccio. Insettivora, si nutre di mosche e zanzare: «Una rondine adulta può cibarsi di un migliaio di insetti al giorno», ha spiegato il naturalista Giuseppe Tormen. Un insetticida naturale, dunque, che vive in contesti urbani, a stretto contatto con l’uomo visto che nidifica nei porticati, nelle stalle, nelle soffitte. Ma, anche una specie a rischio: negli ultimi dieci anni sono morti oltre sei milioni di esemplari, circa il 40 per cento della popolazione europea. «L’ambiente qui sta cambiando, si usano pesticidi e insetticidi che allontano le rondini, le quali amano vivere in contesti puliti, dove l’agricoltura è tradizionale e il territorio curato», ha aggiunto Tormen. La loro presenza, dunque, testimonia anche la qualità della vita di un luogo. Se le rondini hanno scelto e continuano a nidificare a Belluno, dunque, è perché l’aria è pulita.
Un’altra ragione che ha portato alla morte di tanti esemplari è il fatto che la rondine sverna in luoghi caldi, a sud del deserto del Sahara, ma il viaggio per raggiungere il centro e il sud dell’Africa si fa sempre più lungo a causa dell’avanzamento del deserto. «Inoltre in Africa questi animali vengono uccisi per scopo alimentare», ha continuato il naturalista. Preoccupato per la scomparsa di tanti esemplari ma anche per i comportamenti dell’uomo, che tappano i nidi (nella foto un esempio sotto i portici di Belluno) per impedire alle rondini di deporre le uova. Gli scrementi disturbano alcuni negozianti e baristi, ma romperli o tapparli con le reti può essere pericoloso: si rischia un processo per maltrattamento di animale, reato punito dal codice penale. (a.f.)
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