Mezzo milione per la neve di Sappada

La Regione finanzia il rinnovo di tre impianti. Soddisfatto il presidente Piller Roner. «Ma non c’entra il distacco dal Veneto»
SAPPADA. Sospiro di sollievo a Sappada, a pochi giorni dall’approdo alla Camera del disegno di legge sul distacco dal Veneto. Nei giorni scorsi sono arrivati da Palazzo Balbi 500 mila euro per tre progetti: Monte Sierra, Punta Nera e Creta Forata. La cifra corrisponde al 50% dell’investimento di un milione che gli impiantisti si apprestano a fare per rinnovare le strutture in scadenza.


«Noi quassù manteniamo la parola, siamo gente fatta proprio così», sottolinea Fabrizio Piller Ronner, presidente della società che si è fatta carico dell’impiantistica Campetti. «Avevamo promesso che, nonostante tante difficoltà, Sappada sarebbe stata in grado di garantire la stagione 2017-2018. E così sta avvenendo».


Due impianti saranno pronti già per l’inizio della stagione, quindi fra circa due mesi. Punta Nera sarà rinnovato il prossimo anno, per cui è stata chiesta una proroga. Piller Ronner e collaboratori, intanto, stanno predisponendo la rendicontazione di altri contributi ricevuti dalla Regione Veneto per un totale di 500 mila euro. «A questo punto», dice, «mi si lasci dire che è solo presunto l’abbandono da parte di Venezia. Anche se, per la verità, ci aspetteremmo di più. Ma noi non siamo purtroppo nelle condizioni di poter beneficiare dei fondi di confine di quelle autonomie (Trento e Bolzano) che trattengono i nove decimi dei tributi».


Il respiro, ai piedi del Peralba, è profondo perché l’ultima “grazia” è arrivata sul filo di lana, quando pochi ormai l’aspettavano. C’è chi, in paese, la legge come un tentativo, da parte della Regione, di “comprare” il paese.


«La verità è tutta un’altra», spiega Piller Ronner: «Il contributo che riceviamo arriva da un bando al quale abbiamo partecipato e che era stato promosso prima del voto al Senato sul distacco dal Veneto e, quindi, prima di quello alla Camera».


Anche i referendari, con Alessandro Mauro, rigettano le interpretazioni malevole. «Il voto alla Camera non si potrebbe comprare in alcun modo», precisa Mauro, «perché il consiglio regionale veneto si è già espresso a favore del nostro ritorno in Friuli e il Senato ha già votato in questo senso».


Ma davvero il 24 ottobre, come prevede il calendario dei lavori parlamentari, a Montecitorio si riuscirà a votare su Plodn? Ettore Rosato, capogruppo del Pd, ha risposto di sì. Roger De Menech, parlamentare bellunese dello stesso partito, ha più di qualche perplessità. «Anzitutto perché», spiega, «sono ancora convinto che Sappada debba restare bellunese, non fosse altro per le prospettive di nuova autonomia che verranno aperte dal referendum del 22 ottobre. Ma, tecnicamente, perché il voto dell’aula deve essere preceduto dal passaggio in commissione Bilancio e in commissione Affari costituzionali. In commissione Bilancio siamo impegnati, in questa e nella prossima settimana, ad esaminare la legge elettorale. Quindi lo spazio e il tempo di un miracolo non ci sono».


Francesco Dal Mas


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi