Migliora la donna di Cortina colpita dalla meningite
BELLUNO. Ci sono segnali positivi per la donna di Cortina colpita da meningite nei giorni scorsi. Ieri i medici del reparto di terapia intensiva di Treviso, dove la donna è ricoverata da giovedì, hanno osservato un miglioramento delle condizioni generali della 57enne, che è stata estubata per essere poi trasferita nel reparto di degenza. È necessario mantenere la cautela, dicono gli specialisti, ma la situazione dovrebbe evolvere positivamente.
La 57enne di Cortina è stata colpita da meningite da pneumococco, una forma batterica non contagiosa ma comunque molto grave e il suo è il primo caso registrato all’interno del territorio di competenza dell’Usl 1 dall’inizio dell’anno. A Treviso, invece, i casi sono già numerosi, otto solo in questi giorni.
Giovedì la donna è caduta mentre stava sciando riportando un trauma alla schiena. Portata subito all’ospedale San Martino di Belluno per accertamenti, la paziente è rapidamente peggiorata evidenziando sintomi sospetti: febbre alta, malessere, rigidità muscolare e della nuca. Il dubbio che si trattasse di un caso di meningite ha richiesto un intervento tempestivo e specializzato.
I sanitari hanno quindi deciso di trasferire la cortinese al Ca’ Foncello di Treviso, dove gli esami di laboratorio hanno confermato i dubbi dei medici bellunesi: meningite da pneumococco. Immediato il ricovero in Rianimazione e l’avvio della terapia antibiotica che ha stabilizzato la paziente. La cura, fortunatamente, sembra aver dato i risultati sperati e nel giro di qualche giorno i medici di Treviso potranno sciogliere la prognosi.
Nel frattempo si sta cercando di capire l’origine dello pneumococco che ha scatenato la malattia della donna, le ipotesi sono molteplici, compreso il fatto che il batterio fosse già presente nella gola della donna, come accade nel 15 per cento della popolazione e sia entrato poi nel sangue a causa di un’influenza particolarmente aggressiva, ma anche in seguito al trauma. L’attenzione comunque rimane alta, anche se al momento non si prevede la necessità di sottoporre altre persone alla profilassi.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi