Migranti, canotto e cartelli al flash mob della Rete di studenti

Una manciata di ragazzi ha attraversato le vie del centro per cercare di sensibilizzare i cittadini sull’immigrazione
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Un piccolo gommone e una manciata di studenti aderenti alla Rete di Belluno e Feltre hanno percorso ieri mattina, sotto la pioggia, le vie del centro città a favore dei migranti e contro il trattamento che viene riservato loro.

I ragazzi si sono ritrovati al parco, vicino alla stazione ferroviaria e da lì si sono mossi verso piazza dei Martiri. All’inizio il percorso avrebbe dovuto portare al Piave dove gli studenti avrebbero dovuto mettere il gommone in acqua e sparso indumenti sporchi a simboleggiare i morti tra i migranti. Ma poi il maltempo ha fatto cambiare i piani, e alla fine il flash mob si è svolto tra piazza dei Martiri, piazza Duomo e piazza delle Erbe per concludersi sul Liston.

«Basta morti nel Mediterraneo». «Fermiamo la strage subito». Queste alcune delle scritte che campeggiavano nei cartelli che accompagnavano la “passeggiata” degli studenti. «Oggi, giornata mondiale dei migranti, non possiamo far finta di niente», dice Serena Jessica Prota, coordinatrice della Rete degli studenti bellunese, «di fronte alle notizie dei tantissimi morti nel Mediterraneo. Siamo tutti coinvolti. Finora la chiusura delle frontiere ha portato soltanto a spendere 13 miliardi di euro, invece quei soldi si potevano utilizzare per l’accoglienza. Oggi siamo qui per lanciare questo tema, quasi in concomitanza con la manifestazione che si tiene a Roma». Un evento di solidarietà a favore di chi «è venuto qui solo a cercare la speranza e invece si è visto respinto e bloccato a Ventimiglia o ha trovato la morte», ha detto al megafono anche Alberto Botte, della Rete di Feltre. L’associazione reputa «ben gestita la situazione in provincia di Belluno», spiega Prota, «noi siamo tra i più virtuosi e il rapporto tra gli abitanti e i migranti è quasi pareggiato. La cosa che manca è una maggiore integrazione anche con gli studenti. All’istituto Renier, ad esempio, quest’anno per la prima volta su mia sollecitazione, abbiamo fatto degli stage con la cooperativa Società nuova. Lavorando come volontari a stretto contatto con i migranti mi sono accorta che a Belluno non siamo abituati alla multiculturalità». Il flash mob si è concluso con l’esposizione di indumenti e di lumini per i migranti morti in mare.

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