Migranti, c’è pure chi rifiuta l’asilo

In nove scappano poche ore dopo l’arrivo, hanno preferito restare clandestini
- Sopra l'arrivo dei profughi all'aeroporto di Belluno
- Sopra l'arrivo dei profughi all'aeroporto di Belluno

BELLUNO. Asilo? No grazie. O almeno non a Belluno. Tra le tante storie dell’immigrazione ai piedi delle Dolomiti c’è anche un capitolo dedicato a quei migranti che preferiscono non fermarsi nel Bellunese. Qualcuno si allontana spontaneamente dopo qualche mese, qualcuno decide di farlo prima, ma c’è anche chi la “fuga” la mette in atto subito, appena poche ore dopo il suo arrivo in provincia.

È il caso dei nove nordafricani giunti a Belluno solo lo scorso 29 maggio, all’interno di quel contingente di 70 migranti che il Viminale ha recentemente assegnato a tutte le province italiane per fronteggiare l’ennesima emergenza sbarchi. Non una novità, di richiedenti asilo che hanno lasciato le strutture preposte all’accoglienza preferendo cercare nuove destinazioni ce ne sono stati a centinaia negli ultimi due anni (da quando cioè è partito in provincia il progetto di accoglienza diffusa), ma raramente era successo che un migrante decidesse di allontanarsi senza nemmeno godere di qualche giorno di vitto e alloggio gratuiti, senza nemmeno aver avuto il tempo di presentare la propria richiesta di protezione internazionale (e avviare il percorso di identificazione), preferendo cioè restare nella clandestinità.

Allontanamenti che, comunque, hanno solo temporaneamente abbassato le presenza in provincia, dove a venerdì sera risultavano regolarmente ospitati 445 migranti. Dei 70 richiedenti asilo recentemente assegnati al Bellunese, infatti, fino ad ora ne sono giunti solo 47. Tutti maggiorenni, tra loro anche cinque donne, che sono stati accolti nelle varie strutture attive nei Comuni di Belluno, Feltre, Fonzaso, Pieve di Cadore, Lozzo e Valle. Dei restanti 23 ancora nessuna notizia, anche se i nuovi arrivi dovrebbero esaurirsi nel giro di una settimana.

Unico dato in controtendenza, al momento, risulta essere quello riguardante gli arrivi “via terra”, ovvero di quei migranti che decidono di giungere con mezzi propri a Belluno (al di fuori, cioè, dei riparti nazionali) e presentare qui la loro richiesta di protezione internazionale.

Presenze in provincia destinate tuttavia ad aumentare in estate, complici non solo le prevedibile nuove ondate di sbarchi sulle coste italiane. Entro il 15 giugno (termine auspicato dal Viminale), infatti, la prefettura dovrà assegnare in via definitiva il nuovo bando per l’accoglienza in provincia, che ha visto depositato ben cinque offerte. Bando che, va ricordato, porterà la capienza provinciale a 540 posti. (ma.ce.)

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