Mille lettere ai lentiaiesi per raccontare la guerra

Associazioni d’arma e Comune mobilitano il paese nella raccolta di cimeli. Foto e carte serviranno a ricostruire le vicende della comunità nell’“an de la fan”

LENTIAI. Lentiai è stata direttamente coinvolta nel primo conflitto mondiale, in quanto posta nelle retrovie del fronte. E, alla fine della Grande Guerra, sul monte Artent correva parte della linea di retroguardia austroungarica.

A tutt’oggi rimangono visibili le tracce di alcune postazioni, seppur alterate dal tempo e dalla vegetazione: vecchie trincee, artiglieria, alcuni presidi. Queste sono solo alcune delle testimonianze di quel periodo storico. Enti e associazioni sono in possesso di diversa documentazione in merito. Ma di sicuro c’è molto di più. Materiale che servirebbe a conoscere e ricostruire la Lentiai di quegli anni. Arrivando magari a realizzare una pubblicazione.

È con questo obiettivo che, nella ricorrenza del centenario della Grande Guerra, le sezioni locali delle associazioni di cavalleria, dei carabinieri, del fante e degli alpini, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Lentiai, hanno deciso di avviare una raccolta di documenti e fotografie relativi proprio alle vicende che hanno interessato la popolazione del comune della Sinistra Piave nel periodo della prima guerra mondiale.

Ecco allora che i promotori di questa iniziativa hanno stampato nei giorni scorsi un migliaio di lettere da recapitare a ogni singolo nucleo famigliare, con l’intento di raccogliere il maggiore numero di documenti possibile. Se la quantità di materiale trovato lo permetterà, entro il 2018 si provvederà a inserire il tutto in un libro ed eventualmente a realizzare una mostra.

«Abbiamo cominciato a spedire queste lettere nei giorni scorsi e concluderemo la prossima settimana», spiega Orfeo Dal Piva. «Ci siamo inoltre attivati anche tramite i mezzi tecnologici: dalle mail ai messaggi su Whatsapp, passando per Facebook. Avviata anche una collaborazione con gli insegnanti: consegneremo una lettera a ogni bambino e ragazzo delle nostre scuole».

«Cominciamo già ad avere delle risposte», aggiunge, «e ci stiamo accorgendo che la risposta del territorio è buona».

«Per non dimenticare e dare il giusto tributo a caduti, mutilati, vedove e a tutti coloro che hanno vissuto quel periodo e per far conoscere alle nuove generazioni la nostra storia, in particolare “l’an de la fan”», si legge nella lettera in corso di spedizione alle famiglie, «chiediamo il tuo prezioso contributo nel fornirci quanto di interessante tu e la tua famiglia avete gelosamente custodito “nell’armadio della memoria”».

La consegna del materiale - che sarà catalogato e fotocopiato, per poi essere restituito ai proprietari al termine dei lavori - andrà effettuata nella sede degli alpini, tutte le domeniche mattina a partire dal 12 febbraio, dalle 9.30 alle 12.

«Vedremo quanta documentazione arriverà e, sulla base di questo, decideremo come muoverci», chiosa Dal Piva. «Grazie a questo lavoro di ricerca, la realizzazione di un libro non sarebbe solo espressione di chi ne andrebbe a curare la stesura, ma un pregevole lavoro a più mani, con il cuore di tutti coloro che vi collaborano nel ricordo dei loro cari e della storia del loro paese».

Martina Reolon

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