Minaccia con il coltello all’interno del bar ma la lama non si trova
ALPAGO. Un coltello al bar. Ferragosto ad alta tensione due anni fa al bar Titton di Farra. Francesco Melis è in tribunale per minaccia aggravata e porto abusivo di arma od oggetto atto a offendere. Lo accusano in diversi, a cominciare dalla coppia di fidanzati che sostiene di essere stata minacciata ma Melis ribatte di non aver mai avuto un coltello e di essere stato picchiato da altri avventori. È il primo a dire di aver bevuto, ma la lama non si è mai trovata.
Vittime un alpagoto e la morosa che, entrati nel locale, avevano ordinato dei toast per cena. I due sarebbero stati molestati a parole dall’allora donna dell’imputato, poi Melis e la sua amica si sarebbero bevuti le loro birre. Lo stesso Melis, dopo essere uscito per una sigaretta, sarebbe rientrato con il coltello, minacciando di uccidere la controparte. A sentire quest’ultima, sarebbe riuscita a disarmarlo con l’aiuto di una sedia e del barista.
Poi lo stesso Melis era tornato all’esterno del locale ed era caduto, battendo la testa. I carabinieri di Longarone lo troveranno più tardi in una vicina area di servizio, insieme alla sua accompagnatrice. Era talmente ubriaco da non riuscire a parlare, ha detto un militare in aula, e alternava momenti di aggressività ad altri di mansuetudine.
Le deposizioni dei testi dell’accusa sono state molto coerenti, ma il quadro è cambiato al momento dell’esame dell’imputato e dell’unico teste della difesa, cioè l’amica. Entrambi hanno respinto gli addebiti, dando la colpa agli altri. Discussione e sentenza il 5 febbraio dell’anno prossimo. —
G.S.
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