Minaccia con la roncola: risarcisce la vicina e il giudice lo assolve
SEREN. Minaccia la vicina con una roncola: è assolto. Il fatto non sussiste per Alessandro Landri, finito a processo per l’ipotesi di reato di minaccia aggravata dall’uso di un’arma.
I fatti contestati sono del 31 ottobre di quattro anni fa. Landri stava usando la lama per tagliare i rami ad alcuni alberi e c’è stata una discussione con la confinante su una servitù di passaggio. Una vecchia storia, all’epoca non risolta.
Secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica, l’uomo ha puntato la roncola al collo della donna, dicendole «ti taglio la testa», per di più sotto gli occhi della figlia minorenne.
C’è stata una denuncia e Landri si è ritrovato in tribunale, difeso dall’avvocato di fiducia Rech. La strategia difensiva ha pagato. Sul fatto che l’imputato non fosse stato gentile con una signora non ci sono dubbi. Ecco perché il difensore ha proposto alla parte offesa un risarcimento di mille euro, che è stato accettato.
Scongiurato il pericolo di una costituzione di parte civile, si trattava di cercare di dimostrare l’innocenza, anche sulla base delle testimonianze. Ebbene: è emerso che Landri non ha puntato la roncola all’altezza del collo, ma verso la strada oggetto della discussione. Alla fine dell’ultima udienza del pomeriggio, il pubblico ministero Tricoli ha chiesto la condanna dell’imputato alla pena di giustizia. Dopo di che la parola è passata alla difesa, che ha argomentato, per arrivare a una sentenza di assoluzione, grazie anche al risarcimento.
Al termine della camera di consiglio, il giudice Zantedeschi ha effettivamente assolto, perché il fatto non sussiste. —
G.S.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi