Minella: «Seguiamo l’esempio di altri Paesi che investono sui grandi collegamenti»

Sugli sci da Cortina ad Arabba e ad Alleghe: interviene il presidente degli impiantisti veneti 

l’intervista

Renzo Minella, presidente regionale dell’Anef, l’associazione degli impiantisti, non ha dubbi.

«Se vogliamo contrastare la desertificazione sociale delle nostre montagne, dobbiamo consolidare le prospettive di sviluppo. Ma uno sviluppo irrimediabilmente sostenibile. E l’accesso alle terre alte con gli impianti a fune è assolutamente il meno inquinante ed il meno impattante».

Come dire, via libera al collegamento tra Cortina e Civetta, da una parte, ed Arabba dall’altra. Lei lo condivide?

«Bisogna avere una grande visione, quando ci interroghiamo sul futuro della nostra provincia e delle Dolomiti. Fra qualche decennio, ai ritmi attuali di denatalità, il Bellunese sarà una comunità residuale. La svolta è possibile. Ovviamente non a tutti i costi, ma nel rispetto di questo compendio dell’universo. Quando il governatore Luca Zaia ha lanciato il segnale di un nuovo sviluppo impiantistico era proprio questo ciò che voleva: dare un futuro alla comunità dolomitica. Un futuro appunto sostenibile».

Lei ha parlato con Zaia, ha verificato la sostenibilità del progetto?

«Ci sono stati degli incontri in Regione ed è evidente che con il presidente ci siamo confrontati, anche nelle ultime ore. Spero che il segnale lanciato sia colto ed interpretato nella sua corretta valenza. Poi, se noi bellunesi decidiamo che questa “visione” non ci interessa e che stiamo bene così, è una scelta legittima, ma delle cui conseguenze porteremo l’intera responsabilità».

Si dice che lo sci sia in crisi e che non vale la pena investire in questo settore.

«Il mercato dello sci mondiale da tempo richiede una offerta rivolta ai grandi spostamenti sci ai piedi, infatti le nazioni sciisticamente più evolute, vedi l’Austria e la Francia stanno facendo dei grossi investimenti per collegare importanti ski aree, creando così nuove economie anche in aree ad oggi isolate. Però con un occhio di riguardo alla sostenibilità».

Sostenibilità finanziaria?

«Certo, ma anche ambientale. Il turismo naturalistico ha preso piede soprattutto in montagna. Vedi il cicloturismo. Chi viene sulle Dolomiti sopporta sempre meno l’auto».

Ma quante difficoltà non hanno avuto le Province di Trento e Bolzano a sperimentare la chiusura dei passi seppur a singhiozzo?

«Perché non ci sono alternative. Collegamenti come quelli proposti e quelli in cantiere su tutto l’arco delle Dolomiti permetteranno, nel prossimo futuro, di lasciare a valle le auto. Le Dolomiti rappresentano un area geografica e turistica molto importante ma anche molto delicata, pensare ad una mobilità ecocompatibile ed alternativa, attraverso dei mezzi non inquinanti, non solo andrebbe a ridurre anche durante la stagione estiva, l’alto inquinamento delle nostre aree ma renderebbe molto più interessante il prodotto turistico di questo territorio».

Ma il territorio pretende quanto meno di essere coinvolto. Leandro Grones, sindaco di Livinallongo, non è solo quando afferma che non accetta imposizioni, soprattutto su un territorio delicato come il suo.

«È evidente che i progetti che verranno preparati per finalizzare i vari collegamenti dovranno passare attraverso una grande condivisione interna ma anche aprendo dei tavoli con le vicine province di Trento e di Bolzano. E non solo per quanto riguarda questa proposta. Ce ne sono altre in campo che meritano una riflessione, sempre nella considerazione della rigenerazione di contesti sostenibili».

Quindi no car?

«È un processo che dovremmo affrontare anche insieme agli amici ambientalisti. E avendo tutti la consapevolezza che questi investimenti oltre a migliorare il prodotto turistico hanno un ruolo moltiplicatore sull’indotto, rendendo molto più attraente la vita in montagna. E, se posso aggiungere una considerazione, attraverso la creazione di ponti, anziché di muri, andiamo anche ad abbattere i campanili che tanto condizionano la vita nelle nostre valli». —

Francesco Dal Mas

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