Ministri, battibecchi e colpi di scena
BELLUNO. Non sono mancati colpi di scena, battibecchi, sfilate di ministri ed onorevoli. Eppure l’impressione generale è di una campagna elettorale un po’ sottotono, tanto che il più grande spauracchio è quello dell’astensionismo. La politica, dal canto suo, ce l’ha messa tutta per tenere con il fiato sospeso gli elettori di (quasi) ogni schieramento.
Gli esordi della campagna. Ha bruciato sul tempo tutti gli altri partiti presentando i suoi candidati a novembre 2014. Il Movimento 5 Stelle li ha scelti grazie alle “graticole” che hanno preceduto il voto on-line: anche dopo la modifica della legge elettorale i 5 Stelle hanno deciso di candidare solo due persone invece delle cinque concesse.
Legge elettorale e primarie Pd. A fine gennaio la modifica della legge elettorale regionale apre nuove prospettive. I posti in consiglio regionale erano e rimangono due ma ad ogni lista viene consentito di schierare cinque nomi. Una scelta dettata dalla necessità di dare più scelta in caso di doppia preferenza (da dare a due persone di sesso opposto). La doppia preferenza è stata abolita ma l’ampliamento della rosa dei candidati è rimasto. Il Partito Democratico ha colto la palla al balzo: le primarie, dopo un lungo dibattito, non si sono fatte e il Pd ha organizzato un tour di ascolto dei circoli del Bellunese. La scelta è stata fatta sulle base delle indicazioni dei circoli e delle autocandidature arrivate alla segreteria Pd.
La scelta del Bard. Anche il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti ha scelto la stessa strada organizzando una serie di incontri con gli associati. Allo stesso tempo i vertici del Bard hanno chiesto ed ottenuto un incontro con quasi tutte le forze politiche in campo. Nonostante gli ammiccamenti del Movimento 5 Stelle e l’invito di Flavio Tosi, la scelta del Bard è caduta sul Pd che li ha conquistati con un accordo per far tornare elettiva la Provincia di Belluno. A sinistra del Pd si è invece posizionato “L’Altro Veneto Ora! Possiamo” mentre Sel, Verdi e una parte di Rifondazione Comunista ha deciso di appoggiare la Moretti. Una scelta condivisa quasi all’unanimità dai circoli Sel veneti, con l’eccezione di quello di Belluno.
Lo strappo tra Zaia e Tosi. A tenere con il fiato sospeso gli elettori di centrodestra è stato invece lo strappo tra Luca Zaia e Flavio Tosi e che ha portato, dopo un lungo tira e molla, alla candidatura di entrambi in due schieramenti avversari. I vertici della Lega Nord bellunese hanno seguito il sindaco di Verona, i militanti storici si sono schierati con Zaia.
Indipendenza ed autonomia. Moretti, Zaia, Tosi. E in forme diverse anche Berti e Di Lucia Coletti. Non c’è stato un candidato che non abbia fatto suo il tema dell’autonomia o quello della specificità. Ma alla competizione elettorale partecipano anche gli indipendentisti a sostegno di Alessio Morosin che, negli ultimi giorni di campagna elettorale, hanno intrapreso uno sciopero della fame per denunciare le disparità di trattamento tra i candidati da parte delle televisioni. Alla competizione elettorale hanno partecipato anche gli indipendentisti a sostegno di Zaia con la lista Indipendenza Noi Veneto con Zaia. Non hanno invece presentato le loro liste i sostenitori di Gianluca Busato di Plebiscito.eu. Una rinuncia dell’ultimo minuto legata, a quanto sembra, alla raccolta delle firme necessarie per la presentazione delle liste.
Tutti in piazza. Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle, L’Altro Veneto. Tutti insieme appassionatamente per raccogliere le firme necessarie per presentare le liste. Un dovere per i “novellini” del consiglio regionale dal quale si sono astenuti i gruppi già presenti a palazzo Ferro-Fini, compresi quelli di recentissima formazione. Per tutto il mese di aprile piazza dei Martiri è stata presa d’assalto dai gazebo di schieramenti politici opposti con l’obiettivo di raccogliere le firme. Non sono mancati i gesti di cortesia tra gli avversari, come l’aiuto nell’autenticazione delle firme da parte di rappresentanti istituzionali di altri schieramenti.
Sfilata di ministri. Non solo aspiranti consiglieri. Piazza dei Martiri è stata teatro anche di sfilate, comizi e incontri con i candidati. Tra i rappresentanti del Governo si annovera la presenza di Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme. Il collega Graziano Delrio, alle Infrastrutture, si è invece soffermato tra Longarone e Ponte nelle Alpi. Anche Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ha fatto tappa nel Bellunese.
I litigi e il web. La questione Provincia è una ferita ancora aperta per il territorio bellunese. Lo dimostrano gli innumerevoli battibecchi tra leghisti ed ex leghisti. C’è anche chi ha usato l’ironia con una serie di video satirici diffusi in rete che hanno fatto sorridere alcuni ed arrabbiare altri. Ma il focus, in linea generale, è stato sui programmi con la promessa, più o meno generalizzata, di riservare un posto in giunta alla provincia di Belluno.
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