Miraglia: «È stata una doccia fredda»

L’amministratore delegato della Giomi: «Mi auguro siano state rispettate le norme o procederemo per vie legali»
Di Alessandra Segafreddo
Massimo Miraglia
Massimo Miraglia

CORTINA. «Una doccia fredda». Così Massimo Miraglia, amministratore delegato della società Giomi che ha il 49% della gestione del Codivilla-Putti, commenta la decisione presa martedì sera dal consiglio regionale. Dal primo aprile il Codivilla-Putti sarà nuovamente a gestione pubblica. «Per noi la notizia è stata una doccia fredda», spiega Miraglia, «non c'erano mai state avvisaglie in questo senso, anzi semmai ne aveva avute in altri sensi. Abbiamo appreso la notizia dalla stampa, e prima di rilasciare dichiarazione esaustive, mi riservo di vedere la documentazione, di leggere cosa è stato deliberato, di capire come si è arrivati a questa decisione. Va sicuramente fatta chiarezza, sia sui tempi, sia sul personale, sia su tanti altri temi legati alla complessa gestione dell'ospedale. Certo non capisco l'alzata di scudi da parte di alcuni consigliere regionali. In sanità come in altri settori a parlare dovrebbero essere i numeri. A me nessuno ha chiesto i dati della gestione, il consigliere Pettenò che ha presentato l'emendamento non so chi sia e non ho capito su che basi abbia chiesto di deliberare per un gestione pubblica. Vorrei capire su che dati ha basato il suo giudizio. I numeri ci danno la possibilità di dimostrare quanto è stato fatto, gli indicatori di qualità, ma nessuno li ha voluti».

« Non nego», ammette Miraglia, «che da parte nostra c'è forte preoccupazione anche perché il primo aprile è praticamente domani. Mi ha rammaricato molto il fatto che sia stata fatta una scelta di indirizzo politico e non tecnico su un tema come la sanità. Lo sanno tutti cosa era prima della sperimentazione il Codivila-Putti come sanno cosa è diventato oggi. Abbiamo numeri importanti sui pazienti, sugli interventi, sulle eccellenze in tema di sanità. I pazienti sono soddisfatti. Pertanto attendo di capire la logica che ha portato a questa votazione dagli addetti ai lavori che per ora non si sono fatti sentire».

Matteo Toscani teme che voi possiate muovere una causa. Una preoccupazione fondata? «Allo stato attuale non posso esprimermi in quanto non ho visto la documentazione», risponde Miraglia, «tuttavia mi auguro che siano state rispettate le normative, e che le date indicate non siano in contrasto con i contratti. Se le normative non dovessero essere state rispettate, io avendo il dovere di tutelare la società, procederò per vie legali. Io resto aperto a qualsiasi confronto, l'importante è che l'interlocutore non abbia dei pregiudizi o delle volontà politiche specifiche, che esulano dal sano confronto».

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