Mistero nel lago di Busche, affiora la salma di un uomo tra i 30 e 40 anni
Mistero fitto a Busche. Il corpo nudo di un uomo in avanzato stato di decomposizione è stato recuperato nel primissimo pomeriggio di ieri allo sbarramento della centrale Enel Green Power. Impossibile finora dare un nome alla salma, tenuto conto che nei paraggi non sono state rinvenute né auto in sosta né abiti lasciati sugli argini, né tantomeno biglietti o lettere. La sensazione è che il corpo fosse in acqua da diversi giorni, forse una settimana. Il resto lo hanno fatto i meccanismi dello sbarramento di Busche. L’altezza della persona finita nelle griglie dell’impianto è di circa 1,60, corporatura leggermente robusta. L’età ipotizzata è tra i 30 e i 40 anni, anche se quest’ultimo dato viene fornito con un margine di errore che solo l’autopsia già disposta dalla Procura di Belluno potrà dissipare assieme ad altre risposte riguardo i motivi del decesso.
Quando ieri mattina i tecnici di Enel Green Power sono arrivati alla diga di Busche per uno dei soliti controlli di routine hanno subito visto che nella canaletta dove si depositano i detriti portati dallo scorrere del Piave c’era qualcosa che non avrebbero voluto vedere. E hanno dato il via alle operazioni di recupero coinvolgendo i vigili del fuoco di Feltre, i carabinieri della compagnia di Feltre e l’impresa funebre Raymond Canova che ha provveduto a ricomporre la salma trasportandola all’obitorio dell’ospedale Santa Maria del Prato dove sarà sottoposta all’esame medico legale.
I carabinieri che sono incaricati delle indagini hanno una bella matassa da dipanare perché prima di tutto devono riuscire a dare un’identità a quel corpo e in provincia non sono in corso ricerche di persone smarrite. Ciò significa che potrebbe trattarsi di una persona sparita dalle province limitrofe o più semplicemente una persona che non per forza deve rendere conto giornalmente dei propri spostamenti. Anche la circostanza che sia stato rinvenuto primo di abiti non significa granché: la forza dell’acqua, l’eventuale sballottamento contro sassi e rocce, potrebbe averglieli strappati. Anche il punto dove l’uomo ha avuto un incidente oppure si è gettato deliberatamente in acqua non è necessariamente sulla diga di Busche o nelle immediate vicinanze.
Tra le ipotesi la possibilità che il cadavere sia stato trasportato dal Piave in qualche anfratto dove è rimasto bloccato e restituito alla corrente che l’ha trascinato fino alla diga di Busche. Le operazioni di recupero hanno richiesto circa un’ora. Il cadavere era finito nella canaletta dove il pettine che a intervalli regolari ripulisce la diga dai detriti affondando nell’acqua. Per questo i tecnici di Enel Green Power ieri mattina l’hanno individuato immediatamente. Ma per tutto il resto è mistero fitto.
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