Mobilitazione dei sindaci tutti con la fascia tricolore

Indossata per la sfilata, l’hanno tolta sul palco per non violare la norma
sindaco comelico
sindaco comelico
BELLUNO. Chiamarla disobbedienza civile non sarebbe corretto. Ma una volontà di riaffermare il proprio ruolo di rappresentanti delle comunità, per lo meno di una parte di esse, questo sì. La segnalazione della Prefettura legata alla propaganda elettorale ha colto di sorpresa i sindaci, che ieri si sono radunati in piazza dei Martiri per la mobilitazione in vista del referendum del 22 ottobre. In realtà tutti avevano portato con sè la fascia tricolore. Riposta ben piegata nel taschino della giacca o nella borsetta, l’hanno tranquillamente indossata non appena giunti davanti alla sede dell’ex Banca d’Italia, luogo del raduno pre corteo.


«Che facciano pure una multa, poi andrò a vedere tutte le occasioni in cui la fascia è stata usata in maniera impropria», ha attaccato il sindaco di Santa Giustina Ennio Vigne. «Certo che la indosso», gli ha fatto eco la collega di Santo Stefano, Alessandra Buzzo. I sindaci non hanno voluto sfidare la Prefettura con questo gesto, lo ha spiegato chiaramente il sindaco di Limana Milena De Zanet: «Mettere la fascia è un modo per renderci riconoscibili. Non stiamo facendo propaganda elettorale con questa manifestazione, vogliamo solo ricordare ai cittadini che il 22 ottobre c’è un referendum e che hanno l’opportunità di andare a votare. Nel segreto dell’urna ciascuno voterà come meglio crede, ma il nostro ruolo come sindaci è quello di informare la popolazione sull’esistenza di una consultazione». Ma i sindaci hanno anche voluto rendere riconoscibili i rappresentanti delle comunità (quei sindaci che con il loro voto in assemblea hanno deciso di indire un referendum per rafforzare la specificità del Bellunese) chiamate al voto il 22 ottobre.


Il problema è nato a seguito della nota inviata dalla Prefettura mercoledì. Il Prefetto segnalava che utilizzare la carta intestata della Provincia per comunicare la mobilitazione ai mass media e ai primi cittadini e invitare i sindaci a presentarsi con la fascia tricolore al corteo non sarebbe stato in linea con le disposizioni di legge, in base alle quali dalla data dell’indizione dei comizi e fino alla conclusione delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle fatte in forma impersonale. I sindaci, insomma, non possono usare il loro ruolo di rappresentanti di un’istituzione per invitare i cittadini a votare sì. Questo segnalava la Prefettura.


Poco prima dell’inizio del corteo il presidente della Provincia Roberto Padrin ha riunito i colleghi per un breve summit. Alla fine si è deciso di indossare la fascia per la durata del corteo e di toglierla nel momento in cui un sindaco fosse salito sul palco per parlare ai presenti. Quella era la fase della comunicazione, ed effettivamente Padrin, ma anche Jacopo Massaro, Paolo Perenzin (Feltre), Serenella Bogana (Alano) e Marco Staunovo Polacco (Comelico Superiore) hanno riposto la fascia di rappresentanza nel taschino nel momento in cui sono saliti sul palco per spiegare le motivazioni del referendum e l’importanza della partecipazione alla consultazione.


Al termine della manifestazione Padrin è stato convocato dal Prefetto. «Nell’ottica di collaborazione che si è instaurata per questa consultazione referendaria, ci è sembrato corretto uno scambio a quattr’occhi con il presidente della Provincia», fanno sapere da Palazzo dei Rettori. «Sempre in quest’ottica di collaborazione la Prefettura ha dato la sua disponibilità ad occuparsi della vigilanza sulla propaganda elettorale, come le era stato chiesto dalla stessa Provincia. Nei giorni scorsi abbiamo fatto un richiamo di attenzione alla norma che disciplina la propaganda e null’altro». Il fatto che i sindaci non abbiano effettuato attività di comunicazione con la fascia tricolore addosso comporta il fatto che non ci saranno strascichi di alcun tipo legati alla norma sulla propaganda elettorale.


La mobilitazione, dunque, è riuscita. La maggior parte dei sindaci della provincia ha preso parte all’iniziativa, che ha suscitato un certo stupore fra i bellunesi assiepati sul liston. I sindaci, il presidente della Provincia Padrin, gli onorevoli D’Incà, Piccoli e De Menech, rappresentanti delle associazioni di categoria, dei sindacati e degli studenti, hanno sfilato fino al teatro comunale. Qui ci sono stati alcuni interventi ufficiali (senza fascia tricolore).


Al voto manca una settimana esatta. E la partecipazione, hanno detto tutti dal palco, resta una condizione indispensabile per rivendicare l’autogoverno della montagna.


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