Mobilitazione per l’ex stazione
PONTE NELLE ALPI. Provvedere a eliminare il degrado in cui versa l’ex stazione di Cadola-Soccher. L’appello è lanciato da Diego Rizzo, ex capofrazione di Arsié di Ponte nelle Alpi, che a fine gennaio ha accompagnato il responsabile degli immobili delle Ferrovie dello Stato di Venezia in un sopralluogo nei locali del piano terra della stazione.
«Abbiamo potuto riscontrare che la situazione è disastrosa», sottolinea Rizzo. «Nell’area esterna ci sono una roulotte abbandonata e immondizie. Il responsabile delle Fs tornerà per vedere il secondo piano dell’edificio. Ci piacerebbe che almeno l’esterno fosse pulito». Rizzo è impegnato da tempo, insieme a un altro privato, Roberto De Pra, nel favorire iniziative che portino al recupero dell’area. A Paiane erano arrivati a settembre dello scorso anno due funzionari della Rfi, la struttura che ha sostituito Metropolis nella gestione degli immobili di Trenitalia.
«Abbiamo anche dato l’incarico al geometra Cesare Poncato di realizzare una bozza del progetto di recupero», spiega ancora Rizzo, «l’intenzione sarebbe poi quella di coinvolgere il Gal. Il progetto sarà presentato ad amministrazione e a tutte le frazioni dell’Oltrerai. Intanto però l’appello che facciamo, in questo caso al Comune, è che l’area venga pulita». «Tutte le idee che si pongono l’obiettivo di dare decoro al nostro territorio sono bene accette», mette in risalto da parte sua il sindaco Paolo Vendramini, «ma bisogna precisare che è necessario muoversi in modo giusto. Come Comune abbiamo già mandato una nota alle Ferrovie. Ora vediamo quale potrà essere il protocollo per riuscire a ottenere in comodato le pertinenze esterne o la stazione».
Il passaggio successivo è poi quello di individuare un’associazione, «e non è così semplice», aggiunge Vendramini. «Precisiamo che non possono singoli privati intervenire sull’area, ma deve essere un’associazione individuata tramite un protocollo d’intesa. Abbiamo intrapreso tutte le tappe necessarie con le Ferrovie dello Stato». E nel momento in cui verrà presentato un progetto, dovrà essere sostenibile anche dal punto di vista economico. «Come sappiamo», chiosa Vendramini, «ora reperire risorse è alquanto complesso. Quindi il piano di recupero dovrà per forza considerare anche questa variabile».
Martina Reolon
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