Mobilitazione per ripristinare il cimitero dell’Addolorata

Ingenti i danni provocati dal maltempo al camposanto premiato dal Fai Incarico ad un esperto forestale per valutare gli interventi alle piante



Il cimitero dell’Addolorata, classificatosi recentemente al secondo posto in Veneto nella lista dei “Luoghi del cuore” del Fai, ha bisogno di interventi dopo la disastrosa tempesta Vaia. E l’amministrazione comunale di Val di Zoldo si sta muovendo in difesa di questo luogo tanto amato non solo in valle – come dimostrano le quasi quattromila preferenze raccolte con l’iniziativa del Fondo ambiente italiano – a partire dal conferimento dell’incarico ad un esperto forestale.

«A seguito dell’alluvione di ottobre il cimitero monumentale dell’Addolorata, sito a Soccampo», puntualizza il sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin, «ha subito numerosi danni. In particolare, le piante che ne rappresentano una caratteristica sono state sradicate o spezzate dalla forza del vento. In aggiunta a questo, molte lapidi sono state danneggiate dalle radici degli alberi. Anche le mura, che già non versavano in buono stato, hanno subito ulteriori danni».

«In considerazione di tutto questo» continua il primo cittadino di Val di Zoldo, «l’amministrazione comunale ha incaricato un dottore forestale il quale ha prodotto una relazione utile all’amministrazione sia per garantire la pubblica incolumità, essendo le piante pericolanti, sia per indicarci il percorso per l’asportazione delle piante e gli interventi successivi da effettuare».

«Ci siamo rivolti, naturalmente, alla Sovrintendenza alle belle arti», dice ancora il sindaco De Pellegrin, «che era a conoscenza della situazione, soprattutto anche per una ricostruzione storica del cimitero che ci consenta di comprendere quali piante sono direttamente collegabili all’origine del cimitero e quali invece trovano origine spontanea. Non è infatti scontata la previsione di una nuova piantumazione».

L’obiettivo in ogni caso, sottolinea il sindaco, deve essere quello di restituire il cimitero monumentale alla comunità. «Ora dobbiamo preoccuparci di aprirlo nuovamente al pubblico», dice infatti, «e, quindi, metterlo in sicurezza e valutare i successivi interventi, considerando anche gli innumerevoli danni che il territorio ha subito. Porteremo l’argomento all’attenzione del consiglio comunale».

«È evidente», conclude Camillo De Pellegrin, «che il cimitero rivesta rilevanza anche turistica e, comunque, offra una dimensione affascinante in un contesto storico che lo vede collegato alla chiesa monumentale di San Floriano a Pieve attraverso il percorso della Via Crucis. Tuttavia le risorse a disposizione sono limitate, ma, con l’aiuto del Fai ci impegneremo a recuperare i contributi necessari per sistemare le lapidi e le mura». —



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