Modello Acquabona sul Fadalto

Anas boccia il paramassi e punta alle vasche di contenimento: ma la riapertura si allontana
Ferrazza Vittorio Veneto strada chiusa per frana per il Fadalto
Ferrazza Vittorio Veneto strada chiusa per frana per il Fadalto

ALPAGO. La galleria paramassi di Laste, in Comune di Santo Stefano di Cadore, ai piedi di Coltrondo, potrebbe essere l’ultima a vedere la luce in provincia, come forma di protezione delle strade dalle frane. Gianni Vittorio Armani, amministratore delegato di Anas, esclude, infatti, che se ne realizzi una sulla statale Alemagna, lungo i tornanti del Fadalto, dove una frana ha bloccato la strada e la ferrovia il 28 giugno dell’anno scorso. «Questo tipo di opere non sono risolutive, costano e hanno tempi eccessivamente lunghi di realizzazione».

Meglio, invece, intervenire con il modello Acquabona, all’ingresso di Cortina. Sul Fadalto, dunque, non si costruirà nessuna protezione in galleria, anche perché i sassi e l’acqua in caduta dal versante della montagna sovrastante salterebbero oltre l’Alemagna, ma finirebbero sulla sottostante ferrovia. «Meglio», spiega Armani, «creare delle vasche di contenimento a monte, come si è fatto appunto ad Acquabona, per trattenere i materiali della frana. Questa è una soluzione meno impattante sul piano ambientale e, se vogliamo, anche meno costosa. Certo, periodicamente bisogna provvedere allo svuotamento, quindi alla pulizia del contenitore».

L’operazione, per la verità, non è facile neppure in questo caso, perché i proprietari della montagna sono ben 27; i maggiori sono l’Anas, la società Autostrade, le Ferrovie, il Comune di Vittorio Veneto. «Per individuare la soluzione bisognerà mettersi tutti allo stesso tavolo e confrontarsi», suggerisce Armani.

Dal giugno 2017 l’Alemagna è chiusa dalle 20 alle 6 del mattino. Durante il giorno è aperta a senso unico alternato, grazie a un impianto semaforico. Personale dell’Anas presidia l’area in continuazione.

Gli abitanti del Fadalto e dell’ Alpago si apprestano a protestare il prossimo 28 giugno, per sollecitare la riapertura dell’infrastruttura. Ma la sensazione è che i tempi saranno molto lunghi. Tornando a Coltrondo, Armani conferma che il prolungamento del paramassi di Laste non è assolutamente alternativo al traforo della montagna, una galleria da 1700 metri, che la Regione Veneto ha indicato come priorità infrastrutturale. «Stiamo portando avanti la progettazione, ma sia chiaro», specifica, «che prima arrivano gli interventi programmati sulla 52 Carnica, che abbiamo previsto con il pacchetto Mondiali 2021. Interventi che l’amministratore delegato di Anas dà per scontati, come realizzazione, entro i prossimi due anni.

La nuova filosofia di Anas è dunque quella di intervenire sulle piccole opere, diffuse sul territorio, piuttosto che sui grandi progetti. «Ad Acquabona è stato saggio progettare dei tombotti sotto la sede stradale, per far passare l’acqua, piuttosto che progettare una galleria paramassi, magari molto lunga, che avrebbe comportato un grave impatto ambientale e dei costi assolutamente improponibili. Allo stesso modo agiremo in altre situazioni, tenendo conto anzitutto dell’opportunità di non minare l’integrità del nostro particolare ambiente».(f.d.m.)

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