Molin Pradel: «Sfida con gente nuova»

VAL DI ZOLDO. Il fascino della sfida del Comune unico per Roberto Molin Pradel. Dieci anni di amministrazione della cosa pubblica avevano sfiancato l’ex sindaco dell’ex comune di Zoldo Alto. E invece:...

VAL DI ZOLDO. Il fascino della sfida del Comune unico per Roberto Molin Pradel. Dieci anni di amministrazione della cosa pubblica avevano sfiancato l’ex sindaco dell’ex comune di Zoldo Alto. E invece: «Invece la sfida del Comune unico ha portato nuovi stimoli per potermi impegnare in quella che è una importante opportunità per il nostro territorio» garantisce Molin Pradel.

Perché votarla?

«Prima di tutto perchè la squadra è quasi completamente nuova con giovani che ritengo validi e capaci e, nello stesso tempo, con esperienza amministrativa. Non chiedo agli elettori che votino solo me, ma tutta la squadra».

Tant i problemi da risolvere. Grossissimo quello inerente la Val di Zoldo funivie. Cosa prevede il programma?

«In questo tema delicato non ci proponiamo di realizzare attività poco realizzabili e quindi fantasiosi. La parte economica non fa capo al comune, credo si possa lavorare nello sviluppo di collegamenti, che sono importanti e strategici per noi, migliorando i rapporti fra le varie società del comprensorio sciistico, cercando quindi di fare squadra ma anche lavorare con una sinergia fra operatori turistici, impiantistica e amministrazione comunale. Non soluzioni miracolose, ma un lavoro di lungo periodo che ci dovrebbe permettere di migliorare il turismo della valle».

L’abitare a Livinallongo potrà nuocere all’amministrazione del Comune?

«Non è mai stato un handicap. Credo lo testimoni l’impegno che ho sempre profuso in questi cinque anni passati. Ricordo che durante le grandi nevicate di due anni fa ho dormito in Comune e portato nelle case comunali qualche risultato con una serie di contributi e attività sul territorio. Ho fatto tanti sacrifici che tanti cittadini hanno ammirato e lo possono confermare i miei collaboratori. Ho sacrificato anche tante ore alla mia vita privata. Ho fatto solo una settimana di ferie all’anno».

Come si fa comunità?

«I primi cinque anni sono importanti, perché dobbiamo lavorare per far in modo che l’attività del Comune sia improntata all’equilibrio mantenendo gli impegni che ci siamo assunti durante la campagna referendaria e , nello stesso tempo, lavorando per creare unità e comunità. Bisogna poi fare attenzione nel distribuire, in modo equo, gli interventi sul territorio. Non parlo di quelli di piccole manutenzioni ma degli interventi strutturali sull territorio».

I vantaggi economici messi sul tavolo prima del referendum saranno una realtà?

«Credo che il dubbio non sia sui soldi che arriveranno ma spenderli e utilizzarli , in modo intelligente, a favore dello sviluppo della valle. Ed in modo che il Comune fra dieci anni (il periodo dei contributi) si possa auto-sostenere con interventi mirati».

Il problema della casa di Riposo?

«Intendiamo impegnarci per far i lavori necessari per ottenere dalla Regione l’accreditamento necessario».

Mario Agostini

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