Molti ritrovamenti a Pieve e Valle

Tai si trova in mezzo a due poli molto significativi per gli studi di archeologia

TAI DI CADORE. Il sottosuolo nasconde segreti e tesori che raccontano la storia di un territorio. Tai di Cadore si trova fra Pieve e Valle, zone in cui in passato sono stati fatti alcuni pregevoli ritrovamenti archeologici. Nulla esclude che anche a Tai, sotto la strada, le case, i prati, ci siano tracce di una storia antica, risalente addirittura fino al V secolo avanti Cristo. I primi ritrovamenti, a Pieve e Valle, risalgono al 1800, ma è nel Novecento che sono state fatte le scoperte archeologiche più rilevanti.

«Negli anni ’60 a Valle di Cadore Enrico De Lotto e Giovanni Battista Frescura hanno ritrovato resti di fabbricati di età romana», racconta Eugenio Padovan, esperto di archeologia. I risultati di quello studio sono stati inseriti in un opuscolo firmato proprio da Enrico De Lotto, dal titolo “Gli scavi archeologici di Valle di Cadore”. «Negli anni ’90, invece, il sottoscritto e Virginio Rotelli abbiamo ritrovato, a Nebbiù, un piano abitato risalente alla prima età del Ferro». Dagli scavi, ai quali ha collaborato il Gruppo archeologico cadorino, sono emerse ceramiche del X secolo avanti Cristo.

Molto importanti sono stati anche gli studi condotti a Pieve di Cadore: durante la costruzione del municipio, negli anni ’50 del secolo scorso, sono stati rinvenuti i resti di una villa romana che si fa risalire al I o II secolo dopo Cristo. Nel pieno centro del paese, effettuando alcuni studi stratigrafici sotto la scalinata del Gran Caffè Tiziano, sono stati rinvenuti reperti risalenti alla civiltà Retica (V secolo a.C.), e anche un ossicino con su incise lettere venetiche. Sotto la casa di Tiziano l’Oratore (cugino dell’omonimo pittore), attuale sede della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, è stato trovato un muro dell’età romana. E sono solo alcuni degli studi che sono stati condotti in centro Cadore dagli archeologi. È quindi lecito ipotizzare che anche nella zona di Tai possano essere nascosti tesori. «L’archeologia è una delle ricchezze del nostro territorio», conclude Eugenio Padovan. «Da questa provincia vengono alcune scoperte eccezionali, e se vogliamo che il Bellunese venga considerato di più dobbiamo imparare ad essere più attenti alle ricchezze che abbiamo». (a.f.)

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