Monossido, intossicata una coppia a Faverga

I coniugi De Col trattati in camera iperbarica a Mestre: non sono in pericolo. Anche la nuora in ospedale. Locali sequestrati

BELLUNO. Coppia intossicata dal monossido di carbonio, e una terza persona, la compagna del figlio dei due 60enni, che ha accusato disturbi ed è passata al pronto soccorso solo per accertamenti.

Fabio De Col e la moglie Marinella sono stati trasferiti nella camera iperbarica di Mestre per i postumi della intossicazione da monossido di carbonio che si era sprigionato dalla caldaia del riscaldamento.

I due coniugi non sono gravi: 7 e 5 giorni di prognosi, rispettivamente. Non versano dunque in pericolo di vita ma possono essere considerati miracolati.

A trovarli, ieri mattina intorno alle 9.45 nell’abitazione di via San Rocco a Faverga, il figlio che abita nella casa vicina: il padre 60enne era in stato di incoscienza in camera da letto, la moglie in cucina era semilucida. Nel locale caldaia, dove i vigili del fuoco registreranno concentrazioni impressionanti di monossido, c’era invece il corpo esanime del gatto, con gli evidenti segni dell’avvelenamento. Quindi la corsa in ospedale sull’ambulanza, al pronto soccorso di Belluno, per entrambi i coniugi e anche per la nuora che ha preferito farsi visitare, considerato qualche malessere seppure leggero dovuto alla sua permanenza nell’abitazione il giorno prima, per accudire la suocera.

I primi segnali di quella che poteva trasformarsi in una tragedia, ci sono stati infatti già sabato, se non addirittura venerdì sera. Sabato Fabio De Col e la moglie hanno accusato alcuni disturbi fisici. Il 60enne, tecnico dell’ospedale di Feltre, era in preda a forti mal di testa e a nausea e si è fatto accompagnare in ospedale a Feltre per una visita. Qui sarebbe stato addebitato tutto alla epidemia di influenza che c’è in giro, per cui De Col la sera è tornato a casa a Faverga. Stava male anche sua moglie che nel pomeriggio di sabato, mentre lui era andato a farsi controllare, era rimasta a casa insieme con la nuora. Nessuno immaginava che il problema e tutti quei malesseri potessero essere stati innescati dal monossido di carbonio sprigionato dalla stufa alimentata da una caldaia a gpl. Ieri mattina, il figlio dei due è andato a sincerarsi delle condizioni di entrambi i genitori ma non avrebbe mai immaginato di trovarli in stato di incoscienza in casa.

I vigili del fuoco e i carabinieri del Norm di Belluno hanno svolto gli accertamenti: il locale caldaia è stato posto sotto sequestro perchè bisogna stabilire cosa abbia provocato la formazione del monossido. Sotto osservazione il funzionamento della stufa alimentata dalla caldaia a gas gpl revisionata a ottobre 2017, e che dunque era tenuta regolarmente dai proprietari. I vigili del fuoco hanno trovato concentrazioni di monossido di 400 al piano superiore dell’abitazione (e le finestre erano già state aperte da un po’), almeno più del triplo nel locale caldaia dove ha perso la vita il gatto.

Sul posto anche alcuni tecnici idraulici: sono stati controllati i certificati della caldaia, i vigili del fuoco hanno messo in sicurezza lo stabile e chiusa l’alimentazione del gas. Carabinieri e vigili, poi, d’intesa con il magistrato, hanno sequestrato la parte dello stabile interessata all’emergenza per attendere i risultati delle verifiche tecniche.



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