Montagna bellunese contro i tagliLa Provincia a fianco dei comuni

Ci saranno anche le Province, con i Comuni, a protestare sotto i palazzi del governo, a Roma, mercoledì. «Stando così le cose», dice il presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin (nella foto), «i tagli per noi ammontano a circa 1,8 milioni di euro»
BELLUNO.
«Questo è l’opposto del federalismo». Ci saranno anche le Province, con i Comuni, a protestare sotto i palazzi del governo, a Roma, mercoledì. La decisione è arrivata venerdì sera, a qualche ora dal termine del convegno Upi a Treviso, dove gli amministratori hanno fatto i conti con i tagli della manovra e ascoltato parole che avrebbero preferito non sentire. «Stando così le cose», dice il presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin, «i tagli per noi ammontano a circa 1,8 milioni di euro».

«Ma poi», avverte, «bisognerà aggiungere i minori trasferimenti che certamente verranno decisi a Venezia, visto che i tagli colpiranno anche le Regioni. Alla fine quindi gli enti locali subiranno un duplice taglio». Ma è il metodo a far gridare allo scandalo. Chi amministra Comuni e Province, anche se è di centrodestra, è costretto ad ammettere che il decreto del governo «è mostruoso».

«La manovra», spiega Bottacin riassumendo anche il pensiero dei colleghi, «non ci piace per diverse ragioni. Primo perché taglia in modo indiscriminato, a virtuosi e non. Invece bisognerebbe togliere prima a chi ha di più e spende male». Bottacin fa qualche paragone col profondo Sud: «Belluno dallo Stato (in compartecipazione Irpef) riceve 5 milioni di euro. Enna è più piccola ma ne prende 9,5, anche la Provincia di Crotone ha meno abitanti eppure riceve 8 milioni; Caltanisetta è poco più grande di noi ma porta a casa 12,6 milioni». Dunque anche dopo qualche anno di Lega al governo il Sud continua a ricevere più del Nord, parecchio di più, stando a quanto dicono gli stessi amministratori del Carroccio.

Il secondo punto contestato dai presidenti delle Province sta nel fatto che il governo entra nel dettaglio, indicando dove tagliare: 80% in meno alla cultura, 20% in meno per gli spostamenti, azzeramento dei rimborsi di vitto e alloggio in caso di trasferta: «Io non posso tagliare i costi di trasporto, spendo già solo per il gasolio. L’unico modo per risparmiare», dice il presidente, «è restare a casa qualche giorno». Poi c’è la questione del personale, perché se fino a quest’anno era possibile ottenere deroghe, con assunzioni motivate, ora il decreto vieta qualsiasi incremento di organico: «Adesso che stiamo ottenendo nuove deleghe, il personale in più è necessario». I parlamentari assicurano che ci sarà un maxi emendamento che dovrebbe risolvere i difetti peggiori della manovra, ma al momento il decreto: «E’ assurdo, inapplicabile in alcune situazioni», aggiunge Bottacin che ci va giù duro: «Non si può continuare a parlare di federalismo e poi fare un decreto che entra nel dettaglio delle spese degli enti locali senza fare differenze».

Il federalismo si basa sul concetto di spesa standard, cioè ad ogni servizio corrisponde un costo uguale ovunque nel Paese, invece ancora una volta il governo taglia basandosi sulla spesa storica: «E’ inaccettabile. Ho parlato con il sottosegretario Davico, che è della Lega, gli ho spiegato tutto con esempi pratici, gli ho detto che non regge». Bottacin assicura che approfitterà anche della manifestazione di oggi a Pontida per parlarne con Bossi, «ha detto che i virtuosi non vanno colpiti, spero in azioni conseguenti», i ministri e i parlamentari presenti, ma l’impressione è quella che si stiano creando i presupposti per soffocare le Province. «Tutte le Province italiane insieme costano 14 miliardi di euro, le Regioni 200 e la macchina statale 600. La spesa italiana è ancora centralizzata per due terzi».

Nulla cambia quindi, anzi si va in peggioramento: «Il meccanismo di questa manovra soffoca le Province del Nord, mentre salva quelle del Sud. E’ l’opposto del federalismo, colpisce tutti in modo indiscriminato». Infine la preoccupazione: «La crisi è ancora dura, a Belluno ci sono 9 mila disoccupati e quando l’acqua tocca il sedere chi non ha niente da perdere si arrabbia davvero. Rischiamo di veder arrivare la gente con i forconi, è bene che qualcuno ci pensi».

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