Montagna, fondi a Campania e Calabria
Luchetta non ci sta: «Al Veneto il 2,66% dei contributi, da Roma un'altra ingiustizia»
La sede della Comunità montana Agordina ad Agordo
AGORDO. «Un altro schiaffo alla montagna». Non ha usato mezzi termini il presidente della Comunità montana agordina, Luca Luchetta, per esprimere al presidente della Regione, Luca Zaia, e ai parlamentari bellunesi, la costernazione e il disappunto del territorio locale di fronte ai risultati della ripartizione ai Comuni del 30% dei soldi che in passato lo Stato trasferiva alle Comunità montane. Risultati che assegnano al Veneto soltanto il 2,66% dei fondi complessivi, mentre per regioni «montane» come la Campania e la Calabria il bottino è senz'altro più lauto. «Con decreto del ministero dell'Interno del 29 dicembre 2010, previa intesa in Conferenza unificata», sottolinea Luchetta, «è stata determinata la ripartizione di somme a favore dei Comuni appartenenti alle Comunità montane ai sensi dell'articolo 187 della Legge finanziaria 2010. Ebbene: la Regione italiana cui vanno i maggiori trasferimenti risulta la Campania con 4.791.232,67 euro, pari al 28,97% del fondo, seguita dalla Calabria con 2.895.760,89 euro pari al 17,51%. Al Veneto risulta attribuito l'importo complessivo di 440.036,43 euro, pari al 2,66% della somma a disposizione. Ai sedici Comuni dell'Agordino verrà quindi trasferita l'"ingente" somma di 11.961,8 euro». Dalla lettura comparata dei dati regione per regione (sono escluse quelle a Statuto Speciale della Valle d'Aosta, del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia) spiccano, infatti, i dati delle due regioni del sud. Dietro di loro, molto distaccate, la Lombardia (7,38%), la Basilicata (7,12%) e il Piemonte (6,45%). «Come è possibile tutto ciò?», si chiede Luchetta. «La Campania, notoriamente montana, fa la parte del leone e drena più risorse di Piemonte, Lombardia e Veneto messe insieme. Chiediamo al governatore Zaia, ai parlamentari Bressa, Fistarol, Gidoni, Paniz e Vaccari quali provvedimenti stiano attivando per la difesa di una montagna sempre più in via di spopolamento e marginale e quali spiegazioni si possano dare alla popolazione bellunese a fronte di provvedimenti così lesivi di ogni logica equitativa». Ma da dove arrivano questi soldi? La Finanziaria 2010 (art. 2 comma 187) ha stabilito che lo Stato cessa di concorrere al finanziamento delle Comunità montane e che il 30% delle risorse finanziarie non più attribuite a queste ultime sia assegnato ai comuni appartenenti alle Comunità montane e ripartito tra gli stessi con decreto del ministero dell'Interno. L'articolo ricordava, inoltre, che sono da considerare montani i Comuni in cui almeno il 75% del territorio si trovi al di sopra dei 600 metri: «Nel corso del 2010», spiega la Comunità montana agordina, «non si sono avute altre notizie fino al 29 dicembre, quando è stato emanato il decreto che ha quantificato in 16.539.498,92 euro la somma da riassegnare ai Comuni, stabilendo una prima ripartizione su base regionale e la successiva ai comuni appartenenti alle Comunità montane, in proporzione alla popolazione residente, ma con alcuni correttivi. I contributi così calcolati, risultano consolidati per gli anni successivi, nello stesso importo calcolato per l'anno 2010, in attesa dell'attuazione della legge sul federalismo». «Questa ripartizione», aggiunge Luchetta, «è una presa in giro nei confronti della montagna, che sta facendo acrobazie per continuare a fornire i servizi necessari ai Comuni e ai cittadini».
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