Montec, un’azienda in grande salute: «I miei collaboratori fanno la differenza. Sto cercando brasatori»
BORGO VALBELLUNA. Dallo stabilimento di via dell’Artigiano numero 12, a Mel, escono ogni giorno centinaia di “serpentine” (tubazioni curvate), quelle che poi vediamo nei frigoriferi dei grandi supermercati, o che si celano dentro ai condizionatori.
Le produce la Montec srl di Dino Monestier per i nomi più importanti del distretto della refrigerazione, da Epta a Sest, da Clivet a De Rigo Refrigeration, a Imap; servono a far circolare i gas frigo che producono freddo o caldo, ma anche acqua calda o fredda per le pompe di calore, secondo le necessità. Circuiti frigo utilizzati anche nelle macchine per la ventilazione e il condizionamento, nelle macchine per cubetti di ghiaccio, nelle macchine freddo del settore Ho.Re.Ca., nei pannelli radianti e solari. «Ma lavoriamo per clienti della refrigerazione e delle pompe di calore anche fuori provincia come Aristarco, Giacomini, Olimpia Splendid, Baxi», spiega Monestier, «e ne abbiamo pure oltreconfine. Molti sono con noi fin dalla partenza dell’azienda, nel 2007».
Classe 1951, zumellese, Monestier ha maturato le sue esperienze dapprima in Germania, in una grande azienda meccanica; poi, rientrato in Italia per il servizio militare, ha lavorato per imprese di installazione grandi impianti nei settori della siderurgia, del petrolchimico e dell’ecologia. A 25 anni, era già un caposquadra meccanico, quindi capocantiere e ispettore di cantieri. Nel 1986 inizia la collaborazione, come project manager, con un’azienda di progettazione impianti di depurazione acque e trattamento rifiuti solidi, ricoprendo poi la carica di consigliere e quindi di consigliere delegato. Nel 1999 la decisione di mettersi in proprio, prima con altri tre soci e poi da solo, per sviluppare il suo spirito imprenditoriale che lo ha portato oggi ad avere 62 dipendenti con quasi 5mila metri quadrati di superficie coperta e macchine a controllo numerico in rete 4.0. «La nostra azienda», sottolinea l’imprenditore, «esegue, mediante brasatura, l’assemblaggio di circuiti frigo ed idraulico; serpentine di varia tipologia e meandri in tubo di rame, acciaio e ferro».”
Il mercato tira e la chiusura a causa Covid non ha lasciato strascichi troppo negativi...
«Abbiamo tenuto chiuso dall’8 marzo al 5 maggio 2020, ma siamo rientrati spesso per produrre serpentine per apparecchiature elettromedicali e circuiti frigo per macchinari urgenti destinati alle aree Covid degli ospedali. A fine giugno 2020 il fatturato era a –18% sul 2019, dal primo luglio l’attività è ripresa normalmente e a fine anno abbiamo chiuso a +5%. A fine dicembre 2021 toccheremo i 5,5 milioni di euro; un risultato soddisfacente, se si considera che una buona parte del nostro lavoro avviene in “conto lavoro”: il materiale che usiamo, insomma, lo fornisce il cliente».
Siete cresciuti anche come personale?
«Sì, come ogni anno e ne assumeremmo ancora, se ce ne fosse di disponibile».
Ad esempio?
«Cerchiamo brasatori, ma è difficile trovarne. La brasatura è il sistema più vecchio del mondo per unire metalli: una volta si faceva con ossigeno e acetilene, oggi con ossigeno e gpl, ma la sostanza non cambia. Per la nostra produzione serve, comunque, una tecnica particolare, abbastanza complicata; bisogna acquisire personalità, dimestichezza, ritmo perché si assemblano circuiti o semilavorati a tenuta abbastanza complessi, con pressioni di esercizio elevate da pochi bar fino a 100. Per accelerare l’inserimento in linea si cerca chi ha già avuto esperienze di brasatura, altrimenti bisogna passare attraverso la formazione interna, che è comunque lunga e laboriosa».
Come sta andando con le materie prime?
«Il tubo di rame si trova, ma i costi si sono impennati; negli ultimi mesi è passato da 6,2 a quasi 10 euro al chilo. Noi fortunatamente non ci siamo mai fermati per mancanza di componenti».
Dino Monestier si è sempre distinto anche per il suo attaccamento al territorio: è presidente da diversi anni del Borgo Valbelluna Calcio, che milita in 1ª categoria; nel 1997 fu chiamato, dall’allora presidente della Provincia Oscar De Bona, a presiedere per tre anni la Dolomiti Ambiente, risanando il vecchio impianto di trattamento rifiuti del Maserot a Santa Giustina; a Mel ha fatto anche l’assessore all’urbanistica e all’ecologia (1996-1999); ed è stato presidente della locale Casa di riposo.
Adesso sta lavorando, senza fretta, al passaggio generazionale della Montec con le figlie Damiana (classe 1978), che si occupa dei rapporti con il personale e acquisti per la produzione, e Michela (1988), amministrazione, vendite e rapporti con le banche. «Un grazie va a mia moglie Cristina e ai nostri collaboratori, quasi tutti assunti a tempo indeterminato, che con competenza tecnica, volontà e flessibilità oraria permettono all’azienda di ottenere i risultati positivi. A loro, nel 2021, l’azienda ha riconosciuto un welfare di 1.250 euro/anno e un premio una tantum di 100mila euro, suddiviso fra tutti i dipendenti in base alle ore lavorate».
E spinge sull’acceleratore: «Il 2022 sarà ancora in crescita», conclude, «puntando sull’estero, dove abbiamo solo il 5% del nostro giro d’affari. Siamo sempre cresciuti mettendo al primo posto le esigenze del cliente. E investendo in macchinari e tecnologia; anche quest’anno gli investimenti in Industria 4.0 incidono sul 10% del fatturato».
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