Morbo della lingua blu: altre sette pecore morte
FELTRE. Sette pecore sono state trovate morte dai proprietari, due piccoli allevatori, nel territorio di Cesiomaggiore. Gli animali erano stati vaccinati per il morbo della lingua blu qualche giorno fa ma probabilmente avevano già contratto il virus e l'immunizzazione è avvenuta già in fase di incubazione, conclamando la malattia che si è rivelata fatale. Sono questi gli elementi che ha acquisito il sindaco Michele Balen, allertato come massima autorità sanitaria dal comando di polizia municipale di Cesio alla quale era stata fatta la segnalazione.
«Non escludiamo che in questi due allevamenti che hanno sedi diverse e non sono contigui l'uno all'altro, si possano verificare nei prossimi giorni altri decessi di ovini. La cosa singolare è che nel caso specifico, le greggi sono stanziali, non hanno cioè affrontato la transumanza, trattandosi appunto di allevamenti assai contenuti».
Oggi, secondo le indicazioni del ministero e della Regione è previsto l'interramento delle carcasse in prossimità del luogo dove c'è stata la moria, quindi senza spostamenti.
«Il nostro territorio è in quarantena», continua il sindaco Balen. «C'è l'assoluto divieto di movimento di animali da allevamento, salvo che per la macellazione, se ci saranno indicazioni da parte del servizio veterinario. Fa testo l'ordinanza che ho firmato, considerata l'alta diffusività di questo virus, inoculato da un insetto della specie culicoides che attacca gli animali, e trasmesso a bestie della stessa specie».
Michele Balen da vicepresidente di Unione montana Feltrina lancia un appello a tutti gli allevatori, dai più grandi ai più piccoli, richiamandosi all'informativa diramata dal dipartimento di prevenzione di entrambe le Usl: «Vanno applicate le regole igienico-sanitarie più elementari e dettate anche dal buon senso: si faccia attenzione a non creare l'habitat, come rivoli d'acqua stagnante, per la proliferazione di insetti molesti e potenzialmente pericolosi. Questo vale sia per la zanzara che per il culicoides che si rivela particolarmente pericoloso per gli animali da allevamento».
L'intelligence. Ma gli ovicaprini sono tutti censiti all'anagrafe sanitaria costantemente aggiornata dagli uffici veterinari dell'Usl 2? Se lo chiede, da sindaco, Michele Balen che ha mosso il proprio personale competente per capire se ci siano cittadini privati o altri piccoli allevatori che magari non hanno pensato di dichiarare che sono tenutari di pecorelle o di caprette, senza alcun investimento sulle stesse.
«È importante che queste segnalazioni siano fatte al Comune, anche se si tratta di capi sporadici. Il caso della moria di pecore che può avere un andamento progressivo, cioè possono morirne delle altre, fa pensare che non sia solo un problema legato agli spostamenti, ma un'epidemia virale diffusiva rispetto alla quale si deve tenere alta l'attenzione».
Il "sacrificio di Alano". Più di cinquanta ovicaprini e forse anche di più se non si fosse perso il conto, su allevamenti che superano i cinquecento, sono quelli morti ad Alano dalla fine di agosto a una settimana fa, qualcuno di malattia blue tongue diretta, qualcun altro per malattia indiretta, cioè conclamata dal vaccino.
«A distanza di un mese, grazie a una fitta collaborazione con il servizio dei veterinari che non finirò mai di ringraziare, ho ragione di sperare che l'emergenza sia rientrata e che si sia bonificato il nostro territorio», dice il sindaco di Alano di Piave, Serenella Bogana.
«Il pastore che ha il gregge più consistente ha affittato un luogo in quota e mantiene stanziali i suoi capi. Pur avendo vaccinato tutti gli animali, la dose somministrata si è rivelata fatale per quelli che avevano la malattia in incubazione. I bravi veterinari hanno provveduto a sopprimere le bestiole quando si accorgevano all'esame obiettivo che il loro destino era segnato, quindi prima che cominciassero a soffrire. È stato un mese di passione e di preoccupazioni. Ci sono state fino a venticinque inumazioni alla volta per le carcasse. Ma tutte le aziende sono state passate al setaccio e credo che il settore agrotecnico ora possa guardare al futuro con più serenità".
In quarantena prima della transumanza. Il bestiame dell'allevamento che ha trascorso l'estate alle Bocchette, ha prolungato la "vacanza". «Prima di spostare il gregge dalla località in quota, i veterinari del dipartimento di prevenzione della nostra Usl hanno scelto di sottoporre tutti i capi agli accertamenti del caso per escludere la presenza di virus», spiega il sindaco Dario Scopel. «Sono state effettuate le analisi e la profilassi prima della discesa a valle».
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